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 2018  febbraio 16 Venerdì calendario

Alcoa all’elvetica. Sider Alloys Invitalia guiderà la transizione

ROMA Dopo quasi sei anni di crisi, la storia dello smelter di Portovesme e dei suoi 400 dipendenti (oltre ai circa 300 lavoratori dell’indotto) riparte da una nuova proprietà. L’impianto sardo di produzione di alluminio, spento dal 2012, passa infatti dall’Alcoa al gruppo svizzero Sider Alloys. In realtà, la cessione dello stabilimento è avvenuta con una doppia firma. La prima per il passaggio da Alcoa a Invitalia e la seconda da Invitalia a Sider Alloys. L’operazione comporta un investimento di 135 milioni di euro (92 di agevolazioni, 20 il contributo di Alcoa e 23 di Sider Alloys) destinati a riavviare l’impianto e ad adeguarlo alle tecnologie di ultima generazione. Quella di ieri «non è una conclusione, ma l’inizio di un processo», ha annunciato il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda che – come aveva già detto agli operai sardi lo scorso dicembre – festeggerà solo quando «uscirà il primo lingotto di alluminio, fino ad allora c’è solo da lavorare». Ci sarà da lavorare anche per Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti (di proprietà del ministero dell’Economia) che sta svolgendo un ruolo sempre più cruciale nelle gestione delle crisi industriali e in particolare nel caso dell’ormai ex Alcoa.
UN SEGNALE DI FIDUCIA
L’idea lanciata da Calenda è di far entrare Invitalia nell’azionariato della nuova società che gestirà lo stabilimento «per rafforzare il nuovo investitore». In più, secondo il ministro, si potrebbe trovare il modo di riservare una quota della società ai lavoratori che hanno combattuto per tenere l’impianto aperto. L’ad di Invitalia, Domenico Arcuri, ha confermato che nelle prossime settimane Invitalia lavorerà a queste nuove forme d’intervento. Sider Alloys ha ringraziato il ministro, la stessa Invitalia «destinata ad accompagnarci anche nei prossimi passi dell’operazione» e le organizzazioni sindacali, in particolare il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli. Per l’ad del gruppo svizzero, Giuseppe Mannina, l’operazione «è anche un segnale di fiducia verso l’Italia». Soddisfazione per l’accordo arriva anche dai sindacati che però spingono perché parta al più presto il confronto con l’azienda sul piano industriale.
LA PROTESTA DI EURALLUMINA
Per gli operai dell’alluminio in Sardegna, il ministro Calenda ha annunciato la stretta sulla vertenza Eurallumina «che speriamo di poter chiudere per la fine di febbraio». L’obiettivo resta infatti quello di rimettere il Sulcis in condizione di produrre il ciclo completo dell’alluminio. Le rassicurazioni del ministro non sono bastate ai lavoratori di quest’azienda che, in un’infuocata assemblea, hanno vivacemente protestato per la nuova scadenza dell’iter autorizzativo di riavvio della fabbrica.