il Giornale, 16 febbraio 2018
Sarà il Cile a dare la carica all’auto elettrica del futuro
Era giovedì 28 dicembre quando Elon Musk, l’inventore di PayPal, SpaceX e Tesla Motors, fece parlare di sé tutti gli abitanti di Rapa Nui per una visita lampo cinque ore appena accompagnato dalla fidanzata Amber Heard, dal fratello Kimbal e la di lui consorte Christiana, oltre a un paio di altri amici una «toccata e fuga» hollywoodiana resa possibile solo grazie alle performance del suo jet, con cui era arrivato in Cile il giorno prima. Trecento minuti ad Hanga Roa e dintorni, il minimo indispensabile per entrare in «contatto spirituale» con i Moai, le misteriose statue a forma di testa che sono la cartolina dell’isola di Pasqua, poi rientro a Santiago e cena nella via dell’enogastronomia capitolina per eccellenza, l’Isidora Goyenechea del quartiere di Las Condes.
Ospiti più o meno top secret e, già in quell’occasione di fine 2017, c’era chi era pronto a scommettere che quella tre-giorni cilena dell’imprenditore sudafricano naturalizzato statunitense non fosse solo dovuta alla sua passione vacanziera per chevice (il pesce crudo tipico di Cile e Perù, nda), pisco sour (cocktail eccelso tanto a Santiago come a Lima, nda), robusti vini rossi e paesaggi mozzafiato, ma anche al lavoro. «Non ci si fosse messo di mezzo il cattivo tempo – si sfogava su Instagram il regista Bryn Mooser, anche lui membro dell’allegra brigata che accompagnava il magnate visionario – saremmo planati sull’Antartide. Poi, siamo stati costretti a ripiegare su Rapa Nui». Difficile vivere quando si deve scegliere tra tartufo bianco e caviale nero – al momento, Musk non riesce ancora a controllare i venti antartici pur essendo pronto a conquistare Marte con i suoi razzi Falcon Heavy, mentre è invece sempre più concentrato sull’auto elettrica da produrre su larga scala accessibile ai più, ovvero la Model 3 di Tesla.
Ora, con oltre un mese di ritardo – ma questi sono i tempi del giornalismo in Cile – viene fuori la notizia clamorosa ovvero che, a questa bellissima parte di mondo, Musk è interessato non solo per turismo ma per business, trovandosi qui il 52% delle riserve planetarie di litio. Elon, l’imprenditore-inventore starebbe puntando forte, dunque, proprio su Santiago per costruire le batterie al litio tanto necessarie alle sue auto elettriche. Berline a inquinamento zero con cui, giura lui, presto invaderà il mondo. Magari appena prima di andare nello spazio a vivere – ma questo è l’obiettivo di SpaceX, con annessa colonizzazione di Marte.
Model 3, invece, è la prima auto elettrica lanciata da Tesla pensata per il mercato di massa e della quale è appena iniziata la produzione su larga scala. 28mila euro il prezzo del modello base – esclusi gli incentivi pressoché certi – autonomia di 354 km per ogni ricarica della batteria – che ha una garanzia di 161mila km – velocità massima di 230 km all’ora. Viste le tantissime prenotazioni e gli altrettanti ritardi nelle forniture – dovuti forse a una produzione di batterie al litio inferiore alle previsioni e a problemi in catena di montaggio – ecco che l’apertura del nuovo «canale del litio» cileno potrebbe rivelarsi decisiva, sia perché Tesla possa mantenere le promesse di consegna sia per l’economia del Paese andino che vuole tornare a ruggire, crescendo a ritmi del 5% l’anno come già fece tra 2010 e 2014.
A svelare l’interesse di Tesla per Sqm, acronimo che sta per Società chimica e mineraria, la maggiore compagnia cilena che produce litio, è stato la settimana scorsa al Financial Times Eduardo Bitran, vicepresidente esecutivo di Corfo, l’agenzia statale per lo sviluppo economico e produttivo di Santiago. L’obiettivo delle trattative in corso è garantirsi una fornitura a un costo competitivo per le batterie di Model 3 e di tutte le altre vetture elettriche di Tesla e, se accordo ci sarà, l’azienda automobilistica di Musk potrebbe anche costruire un impianto ad hoc in Cile per produrre quel litio di alta qualità di cui ha tanto bisogno e il cui prezzo è quadruplicato negli ultimi tre anni sul mercato internazionale.
«Oggi il mio è il Paese chiave per qualsiasi compagnia che voglia diventare leader globale nel settore della mobilità elettrica – ribadisce con orgoglio Bitran – e stringere adesso un’alleanza con il Cile è un fattore strategico per una compagnia come Tesla». La «caccia» per accaparrarsi il litio migliore in circolazione è del resto già cominciata, come dimostra l’acquisto appena concluso da Toyota del 15% delle azioni di Orocobre, azienda che produce litio nella vicina Argentina. Inoltre, sempre a gennaio, la stessa agenzia statale cilena Corfo ha chiuso un annoso litigio con Sqm, siglando un patto che consentirà alla compagnia cilena di quadruplicare la sua produzione di litio entro il 2026.
Insomma, se già oggi il Paese andino è il maggiore produttore mondiale di litio con oltre 76mila tonnellate estratte l’anno e se la sua riserva principale si trova nella pianura salata di Atacama – dove Sqm ha vantaggi comparati molto elevati rispetto alla vicina Bolivia perché i giacimenti cileni sono tutti situati vicino a importanti porti – produrre e/o importare litio dal Cile è la soluzione migliore per Tesla. Musk lo sa e, per questo, presto potrebbe tornare a Santiago.