il Giornale, 16 febbraio 2018
La caccia al fascista comincia all’anagrafe: «Sono ben 276 i milanesi di nome Benito»
Milano C’è chi vuole demolire i monumenti costruiti nel Ventennio, c’è chi propone di cambiare i nomi alle strade intitolate agli uomini del Regime. E chi si spinge ancora più in là, utilizzando gli elenchi elettorali per lanciare un nuovo allarme sulla recrudescenza fascista: c’è in giro troppa gente che si chiama Benito.
Pazienza se in spagnolo Benito vuol dire Benedetto, se un martire con questo nome si festeggia il 23 agosto; e pazienza, sul versante opposto, se a rendere popolare nell’Ottocento il nome fu la luminosa figura di Benito Juarez. Niente da fare. Di Benito per gli indignati dell’anagrafe ce n’è stato uno solo, Mussolini. E che centinaia di milanesi (e verosimilmente qualche migliaio di italiani) si ostinino a chiamarsi come il Duce, senza sentire il dovere civico di correre a farsi sbattezzare, diventa un segno del persistere nel paese di sentimenti antidemocratici.
A prendersi la briga di andare a spulciare gli elenchi elettorali di Milano alla ricerca degli omonimi del maestro di Predappio è stato uno dei sostenitori della lista «Lombardia Progressista», l’ala gauchiste dello schieramento che sostiene la candidatura di Giorgio Gori alle prossime elezioni regionali. Come gli sia venuto il ghiribizzo, il fan di Gori non lo spiega. Ma ieri ha pubblicato su Facebook i risultati della sua ricerca, sotto il simbolo della sua lista. «Ho avuto modo di consultare – scrive – l’elenco degli elettori di Milano e ho cercato quelli che avevano Benito” nel nome proprio. Questo è l’inquietante risultato». E via, con l’elenco dettagliato: fortunatamente senza cognomi.
Si scopre così che il 4 marzo saranno chiamati alle urne ben 276 milanesi che al momento della nascita sono stati battezzati semplicemente Benito: e va a sapere se per omaggio al Duce, a Juarez, a san Benito o a cos’altro. C’è poi la sfilza dettagliata di quelli che portano Benito insieme ad altri nomi. In alcuni, la scelta ideologica appare difficilmente contestabile: cinque elettori sono stati battezzati Benito Adolfo, e ad uno – perché non ci fossero dubbi – il babbo ha dato come secondo nome Mussolini. Riconducibili alla figura del Duce sono forse anche i due Benito Arnaldo (Arnaldo era il fratello minore del leader) e magari anche i tre Benito Romano. Ma ad affollare la classifica sono una quantità di incolpevoli cittadini, che portano l’odioso marchio solo come secondo, terzo o addirittura quarto nome (esiste un Francesco Gabriele Ferdinando Benito Romano): magari era il nome del nonno. E chi lo porta insieme ad altri protagonisti della storia patria, come il signor Valeriano Benito Nazario Sauro. Ma tutto fa brodo per lanciare la nuova allerta: i fascisti sono tra noi. E si chiamano Benito.