la Repubblica, 16 febbraio 2018
L’amaca
L’accanimento con il quale la giunta Raggi sta liquidando l’esperienza del Cinema America, sfrattandolo da Trastevere, ha qualcosa di sbalorditivo e, al tempo stesso, di esplicativo. Mettersi contro l’intero cinema italiano, compatto in difesa dei ragazzi dell’America, non solo non preoccupa i pentastellati; ma in qualche modo li eccita. È la conferma che tutto ciò che li precede è spregevole, parassitario, inutile, e cerca di resistere alla palingenesi grillina solo perché è spregevole, parassitario, inutile. Il passato è solo un nemico al quale non riconoscere alcuna dignità.
Come spiega in un lungo e lugubre post la signora Gemma Guerrini, vicepresidente della commissione Cultura di Roma Capitale, la “riedizione di vecchi film che hanno in comune solo il fatto di essere famosi” è solo “feticismo culturale”, per giunta “funzionale alla propaganda del Pd, maestro della manipolazione del consenso, che da anni usa la spettacolarizzazione della cultura come arma di distrazione di massa”. Cioè: se vai in piazza San Cosimato a vedere Fellini e Antonioni (“vecchi film che hanno in comune il solo fatto di essere famosi”) è perché sei manipolato dal Pd. Parrebbe solo una terrificante cazzata.
È invece una eloquente sintesi del robespierrismo da tinello che minaccia di ripulire il paese. Grazie alla signora Guerrini per averlo messo così bene nero su bianco.