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 2018  febbraio 16 Venerdì calendario

Oltre il deposito, la seconda occasione dei marmi

Dove finiscono le statue e i «gotici» trafori che vengono rimossi dal Duomo di Milano per questioni di sicurezza? In un deposito delle statue in via Angelo Brunetti, un’area periferica compresa tra i viali Espinasse e Certosa. Lì, statue di santi e martiri, ogive e guglie riposano per sempre o fino a successivo utilizzo di parte di pezzi, un po’ come in un deposito di auto rottamate. 
Ma queste statue, anche di qualità, sostituite perché ammalorate e con rischi di distacco, non possono essere riutilizzate? 
A parte alcune, esposte al Museo del Duomo, le altre restano nel deposito-cimitero. Recentemente, in un concorso per la risistemazione dell’area intorno a Foro Buonaparte, l’ex presidente dell’Accademia di Brera, Filippo Tartaglia (con l’architetto Ste-fania Seddio) aveva proposto un loro riutilizzo lungo l’asse di via Dante, come una sorta di percorso cerimoniale che congiungeva piazza Castello a piazza del Duomo, passando per via Mercanti dove ci sono già le sculture all’aperto di Pietro Consagra. 
«Un percorso di arte open-air fatto come di statue scese dal Duomo per accogliere il visitatore», lo ha descritto il progettista. Il progetto non ha vinto il concorso e, per ora, è rimasto sulla carta. Da qui la decisione del progettista di chiedere alcune statue per il Museo civico di Castano Primo (Milano), che custodisce anche una Via Crucis dipinta nel 1888 da Gaetano Previati per il porticato d’ingresso del cimitero del paese. Strappati una quarantina d’anni fa, i dipinti erano rimasti sino al 2011 al Museo Diocesano di Milano.