La Stampa, 16 febbraio 2018
Cordata a quattro per Alitalia
Una nuova cordata a quattro per rilevare Alitalia e sfidare il colosso Lufthansa. La partita sull’ex compagnia di bandiera ora si gioca su due fronti contrapposti. Da un lato i tedeschi di Francoforte e dall’altro una novità, l’alleanza tra le compagnie Easyjet, Air France-Klm, Delta Airlines e il fondo di investimento Cerberus. Tutte erano già in gara, ma divise. Ora questa nuova potente cordata, che nasce da una coincidenza di interessi tra le parti, cambia le carte in tavola.
Le quattro aziende hanno chiesto un incontro ai commissari Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari per la prossima settimana, probabilmente giovedì 22, per sondare il loro gradimento. Le parti interessate sono in contatto tra loro per studiare la modalità con cui intervenire e soprattutto il futuro azionariato. L’obiettivo sarebbe quello di ottenere un negoziato in esclusiva, stessa cosa a cui puntano i tedeschi di Lufthansa. Di sicuro però – come hanno più volte ribadito i ministri che seguono il dossier, Carlo Calenda e Graziano Delrio – i tempi non sono ancora maturi e bisognerà attendere le elezioni politiche e il nuovo governo.
Le quattro parti hanno interessi diversi, che però convergono tra loro. Easyjet potrebbe fare da veicolo, il cosiddetto «feederaggio», per tutti i voli di Alitalia, trasportando i suoi passeggeri nell’hub di Fiumicino e al tempo stesso entrando per la prima volta nel business del lungo raggio. Air France invece in questo modo eviterebbe di essere schiacciata dal gruppo Iag (British Airways) e da Lufthansa, che acquisendo Alitalia avrebbe il dominio dei cieli d’Europa. C’è poi Delta, alleata dei francesi, che ha tutto l’interesse a mettere le mani sul mercato italiano attraverso le rotte intercontinentali, quelle per Alitalia più redditizie. E infine Cerberus, che da tempo è in cerca di un partner del settore. Ora ne avrebbe addirittura tre: con questa alleanza il fondo di New York potrebbe contribuire alla parte finanziaria – in questo mercato per fare soldi servono ingenti investimenti – e negli anni successivi dopo la ristrutturazione e il rilancio uscire dal gruppo e monetizzare il proprio contributo.
È possibile comunque, spiegano fonti vicino al dossier, che la cordata si assottigli nelle prossime settimane e in pista rimangano solo in tre. Dall’altro lato invece c’è sempre Lufthansa, che ha rapporti altalenanti con i vertici di Alitalia e che procede con lentezza. Ieri intanto c’è stato un incontro tra i commissari e il ministro dello Sviluppo per discutere delle due importanti opzioni sul tavolo: «La cosa positiva – ha detto Calenda – è che stanno andando bene i numeri e che non è stato toccato un euro del prestito statale, il che per me è particolarmente importante».
Elementi questi che vengono tenuti in considerazione anche dagli acquirenti, così come i numeri relativi alle performance dell’azienda. Ieri infatti una società indipendente americana ha certificato che nel mese di gennaio Alitalia è stata la più puntuale al mondo con il 91,89% dei voli atterrati in orario (cioè entro 14 minuti dall’ora stabilita), mentre nel 2017 la compagnia è stata la terza in Europa e la sesta al mondo. A far gola più di tutto però è il mercato italiano, in crescita del 7% (lo scorso anno sono stati trasportati 143 milioni di passeggeri), secondo i dati diffusi dall’Enav. L’impatto complessivo dell’aviazione civile sull’economia è di 70 miliardi, il 4% del Pil, ed escluso l’indotto si parla di 18 miliardi di euro. Dati peraltro ancora in crescita. L’inizio del 2018 lo dimostra: «A gennaio il traffico aereo è aumentato del 7,6%», spiega Roberta Neri, amministratore delegato dell’Enav.