Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  febbraio 16 Venerdì calendario

Bollette a 28 giorni. Come è nato il problema e come se ne esce?

Quanto è in gioco nella vicenda delle bollette fatturate a 28 giorni?
Secondo i calcoli del Codacons si tratta di 2 miliardi di euro più del dovuto (un miliardo all’anno) che sono stati pagati dagli utenti alle compagnie telefoniche.
Come è cominciato tutto questo?
Due anni fa le compagnie hanno preso a inviare sms ai clienti, informandoli del cambiamento: anziché pagare per i 12 mesi del calendario normale avrebbero pagato 13 mesi di 28 giorni ciascuno. Nell’arco dell’anno si trattava di un rincaro dell’8,6%.
Come avrebbepotuto difendersiil consumatore?
In teoria avrebbe potuto recedere dal contratto telefonico rincarato suo malgrado, arma però spuntata perché ben presto tutte le compagnie hanno introdotto la fatturazione a 28 giorni, ragion per cui le alternative, di fatto, non esistevano. Un’altra possibilità era rivolgersi agli organi di conciliazione distribuiti sul territorio, che in effetti hanno dato ragione a chi protestava, e anche in modo abbastanza veloce, ma la cui esistenza è ignota alla maggior parte del pubblico.
L’Autorità prepostaalle Comunicazioninon ha obiettato?
Sì, l’Authority ha proibito la fatturazione a 28 giorni, vietando alle compagnie telefoniche anche solo di proporla nei contratti per le linee fisse e per quelli ibridi fisso-mobile (per ragioni generali legate all’ordinamento non ha invece potuto intervenire sulle linee mobili).
Come hanno reagito le compagnie telefoniche?
Hanno semplicemente ignorato la delibera dell’Autorità. E lo hanno potuto fare senza timore, perché la sanzione massima che l’Authority può infliggere alle compagnie telefoniche è risibile: 2,5 milioni a ogni azienda, pochissimo rispetto ai guadagni extra che le società hanno lucrato con le bollette fatturate a 28 giorni.
Il governo e il Parlamento non si sono mossi?
Sì, spinti dalla pressione dell’opinione pubblica hanno vietato la fatturazione a 28 giorni su tutti i contratti di telecomunicazioni, senza distinguere tra fissi, mobili o ibridi. La norma è stata introdotta con la recente legge di bilancio.
Questo ha risoltoil problema?
No, perché sono rimaste in sospeso due questioni: in che modo le compagnie avrebbero recepito le disposizioni di legge, e come avrebbero rimborsato ai clienti l’extra pagato.
Che cosa è avvenuto dopo?
Tutte le compagnie telefoniche hanno reagito allo stesso modo: hanno riportato l’anno a 12 mesi, però rincarando la bolletta mensile dell’8,6%. In sostanza hanno incamerato l’aumento rendendolo permanente e aggirando l’intento del governo e del legislatore. Quanto poi ai rimborsi, le singole aziende si sono rivolte al Tar del Lazio chiedendo di non essere obbligate a pagarli.
Come mai è intervenuta l’Autorità garantedella Concorrenza?
Lo ha fatto su richiesta dell’Authority delle Tlc e del Codacons, motivata dal fatto che i rincari dell’8,6% imposti da tutte le compagnie fanno pensare a un’intesa di cartello, studiata per limitare la concorrenza e quindi la possibilità di scelta dei consumatori.
Ci saranno i rimborsi?
Per adesso il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva di due compagnie e a giorni discuterà quella di altre due. Entro il 31 ottobre deciderà sul merito.