Il Sole 24 Ore, 16 febbraio 2018
Alcoa riparte dagli svizzeri Investimenti per 135 milioni
La firma del passaggio dello stabilimento ex Alcoa di Portovesme agli svizzeri di Sider Alloys si condisce di due inattese ipotesi: l’ingresso con quote minori nella nuova società di Invitalia, controllata dal ministero dell’Economia, e dei lavoratori. Due opzioni, di cui ha parlato ieri in una conferenza stampa il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, tutte ancora da costruire va detto, e la cui concretizzazione andrà verificata probabilmente dopo le elezioni.
Di certo è stato firmato il contratto di cessione della fabbrica di alluminio primario a Sider Alloys da parte di Invitalia, che a sua volta l’aveva acquisita formalmente da Alcoa lo scorso dicembre. Determinante la partenza, dal 1° gennaio, del nuovo regime di agevolazioni per le industrie ad alto consumo di energia.
Ora l’impianto del Sulcis, inattivo dal 2012, sarà rimesso in moto con il riavvio progressivo delle celle elettrolitiche. Dal 2019 la produzione di alluminio primario dovrebbe entrare nel vivo, con un target del 25-30% rispetto alla capacità dell’impianto, per arrivare al 100% nel 2020. A regime si arriverà a 147mila tonnellate all’anno, destinate per l’80% al mercato italiano: costruzioni, automotive, aerospazio, packaging dovrebbero essere i principali settori di sbocco. Stimato, alla fine del periodo, un assorbimento di 350-380 occupati diretti e 60-70 indiretti. Un potenziale incremento del 15-20% delle unità a tempo indeterminato è legato alla decisione di far ripartire la produzione dell’area anodi.
Il contratto di sviluppo firmato con Sider Alloys prevede un investimento complessivo di 135 milioni di euro per il revamping e la modernizzazione degli impianti con ampliamento della gamma prodotti. Nel dettaglio, si tratta di agevolazioni per 92 milioni (8 milioni a fondo perduto e 84 milioni con finanziamento agevolato), un contributo di 20 milioni di Alcoa per il riavvio delle attività produttive, l’investimento di Sider Alloys di 23 milioni di cui 18 milioni in equity e 5 milioni in macchinari.
Per riattivare appieno la produzione dello smelter ci sono ancora diverse tappe da superare. «Oggi non è una conclusione – dice lo stesso Calenda – ma l’inizio di un processo e, come ho detto chiaramente ai lavoratori di Alcoa, si festeggerà quando uscirà il primo lingotto di alluminio fino ad allora c’è solo da lavorare, anche per tenere le crisi aziendali fuori dalla campagna elettorale».
Calenda ha specificato di aver chiesto a Invitalia di «verificare una possibile partecipazione nell’azionariato della nuova società e di pensare se è plausibile – d’accordo con l’investitore – avere una quota riservata ai lavoratori che hanno combattuto per tenere aperto l’impianto». Il ministro – ha spiegato l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri – «ha in mente il ricorso «a nuove forme di intervento di Invitalia per la patrimonializzazione delle aziende in transizione, lavoreremo nelle prossime settimane affinché questo possa accadere».
L’ingresso diretto di Invitalia garantirebbe un presidio di natura pubblica, presumibilmente con una quota sotto il 10%, per accompagnare gli investitori svizzeri nel rilancio del sito. Anche l’eventuale presenza dei lavoratori avrebbe peso e dimensione simbolici, ma in questo caso ci sarà da lavorare in modo più approfondito per capire la natura giuridica e le caratteristiche tecniche della partecipazione, considerando le lacune sul tema dell’ordinamento giuridico italiano. Alcune opzioni in valutazione sono istituti come il fondo fiduciario sul modello Esop statunitense (Employee stock ownership plan) oppure Srl costituite ad hoc.
Nell’incontro al ministero, al quale hanno partecipato anche l’amministratore delegato di Sider Alloys Giuseppe Mannina e il governatore della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, Calenda ha fatto riferimento anche all’atteso rilancio di Eurallumina che consentirebbe di far ripartire il ciclo completo dell’alluminio: «C’è un tema di autorizzazione ambientale che la Regione sta approfondendo, speriamo che possa essere risolto entro febbraio».
.@CFotina