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 2018  febbraio 16 Venerdì calendario

Il Sudafrica riparte da Ramaphosa

Cyril Ramaphosa è ufficialmente la nuova guida del Sudafrica che si prepara ad archiviare l’era di Jacob Zuma, travolto dagli scandali di corruzione dopo nove anni di regno. Il Parlamento ha confermato ieri la sua successione a capo dello Stato, dopo l’interim assunto a seguito delle dimissioni dell’ormai ex presidente, giovedì sera. Per alcuni, come il sito di news online Daily Maverick, è «la fine di un incubo». Acclamato dai colleghi del partito che fu di Nelson Mandela, Ramaphosa ha promesso di «lavorare molto duramente per non deludere la gente del Sudafrica».
Con la decisione di lasciare, Zuma ha scongiurato il voto di sfiducia già programmato dall’African National Congress, il partito che ha guidato fino a dicembre, quando lo stesso Ramaphosa gli è subentrato. Il nuovo presidente rimarrà in carica fino alle elezioni dell’anno prossimo. Il suo compito non sarà facile: le fratture etniche e le ineguaglianze dividono in profondità il Paese. Oggi, Ramphosa pronuncerà il discorso sullo stato della Nazione, in qualità di quinto presidente del Sudafrica dalla fine dell’apartheid.
Le dimissioni di Zuma sono arrivate con un discorso di 30 minuti alla televisione, dopo che l’unità anti-corruzione della polizia aveva perquisito la tenuta della famiglia Gupta, i suoi fedelissimi alleati di origini indiane, al centro degli scandali di corruzione che alla fine hanno travolto l’ex presidente. Le indagini hanno portato finora a otto arresti. Altri potrebbero essere eseguiti nelle prossime ore. Ajay Gupta, uno dei tre fratelli della famiglia, si è dato alla fuga, secondo le autorità sudafricane. Lo stesso, in base ai media locali, avrebbe fatto Duduzane Zuma, figlio dell’ex presidente e socio d’affari dei Gupta. La famiglia avrebbe utilizzato i legami con Zuma per avere favori politici e influenzare il Governo. Zuma e i Gupta hanno sempre negato tutto.
La gestione dell’ex presidente ha intaccato profondamente i consensi dell’Anc, che dal 1994 (anno delle prime elezioni a suffragio universale) guida il Paese alla testa della coalizione “arcobaleno”. Nelle elezioni amministrative di agosto, il partito ha perso il controllo della capitale commerciale, Johannesburg, di quella politica, Pretoria, e di Port Elizabeth.
La festa sui mercati è cominciata non appena si sono diffuse le prime voci sulle dimissioni di Zuma: la Borsa ha fatto un balzo del 3,5%; il rand, che si apprezza sempre quando Zuma è in difficoltà ed è la moneta al mondo che è salita di più negli ultimi tre mesi (+12%), viaggia ai massimi da tre anni contro il dollaro; i rendimenti sui titoli di Stato sono scesi ai minimi da oltre due anni.
L’era Zuma ha visto il Pil del Sudafrica crescere di appena l’1,6% l’anno dal 2009. Ramaphosa ha promesso di ricostruire la fiducia degli investitori, risanare i conti pubblici e sconfiggere corruzione e inefficienze.
«Mercati e moneta – spiega Oliver Bell, gestore di T. Rowe Price – hanno corso molto da quando Ramaphosa ha preso la guida dell’Anc, ma in Sudafrica c’è ancora molto scetticismo». Per dissiparlo, continua Bell, servirebbe «un rimpasto di Governo per inserire ministri competenti». Bisognerà poi fare attenzione a cosa dirà il presidente nel discorso di oggi e al budget che sarà presentato la prossima settimana, che – conclude Bell – «dovrà mostrare l’impegno del Governo al risanamento dei conti pubblici».