Il Sole 24 Ore, 16 febbraio 2018
Da Cdp alla Rai: le 350 poltrone da rinnovare
Circa 350 poltrone negli organi di vertice delle società pubbliche controllate dal ministero dell’Economia verranno assegnate dopo le elezioni politiche del 4 marzo. Sono in scadenza gli organi sociali di 79 società controllate dal Mef, alcune direttamente, gran parte di secondo o terzo livello. La prossima stagione delle nomine riguarda 42 organi di amministrazione in scadenza (40 cda e due amministratori unici) e 46 organi di controllo (44 collegi sindacali e due sindaci unici). Tra le scadenze spiccano i cda di Cassa depositi e prestiti (Cdp) e, partita essenzialmente politica, la Rai. La Cdp è una società strategica per gli interventi dello Stato in economia, una sorta di “nuova Iri”, potrebbe entrare in gioco anche nel salvataggio di Alitalia, oltre che dell’Ilva. La potenza di fuoco di Cdp è alimentata dal flusso del risparmio postale, circa 250 miliardi di euro. Una massa che è un debito verso i sottoscrittori del risparmio postale ma che Eurostat, finora non ha considerato come parte del debito pubblico dello Stato.
Nel 2015 il governo Renzi aveva mandato alla Cdp Claudio Costamagna come presidente e Fabio Gallia come a.d. e d.g., proveniente da Bnl. Quest’ultimo è dato in uscita ed è in cerca di ricollocazione. Gallia avrebbe puntato anche sulla carica di a.d. di Anima, senza però trovare il necessario sostegno dell’a.d. di Poste, Matteo Del Fante. Costamagna, banchiere prodiano che è stato in Goldman Sachs, nel cda di Luxottica e presidente di Salini-Impregilo, per le sue vaste relazioni avrebbe minori difficoltà a ricollocarsi. Non si esclude neppure che possa essere confermato, a meno che dalle urne non esca un governo di centro-destra. Il segretario del Pd, Matteo Renzi, avrebbe fatto pressioni per anticipare le nomine Cdp prima delle elezioni, ma il premier Paolo Gentiloni si è detto indisponibile a ripetere il blitz fatto a fine 2017 con la conferma anticipata, per tre anni, del vertice delle Fs (Renato Mazzoncini a.d. e Gioia Ghezzi presidente), che sarebbe scaduto nel prossimo aprile. E a cascata anche l’a.d. dell’Anas, Gianni Armani, è stato confermato in gennaio per altri tre anni, con un nuovo presidente, Ennio Cascetta, già assessore regionale ai Trasporti in Campania con la giunta di Antonio Bassolino. Secondo voci un rinnovo anticipato del vertice Cdp avrebbe potuto portare allo spostamento alla presidenza della Cassa di Alessandro Profumo, l’ex banchiere che Gentiloni l’anno scorso ha nominato al vertice dell’ex Finmeccanica (ora Leonardo) al posto del “ferroviere” Mauro Moretti. Profumo ieri ha escluso seccamente uno spostamento ad altro incarico, ricordando il recente acquisto di azioni Leonardo per 973mila euro: «Non avrei mai investito tanto se avessi voluto andare da un’altra parte», ha detto ai dirigenti (si veda articolo a p. 25).
Tra i cda in scadenza anche Gse (Gestore di Servizi Energetici), di cui è presidente e a.d. Francesco Sperandini, Sogei, Eur Spa, l’immobiliare Invimit Sgr (presidente l’alfaniano Massimo Ferrarese, a.d. l’architetto Elisabetta Spitz), Cdp Immobiliare e Cdp Investimenti (guidate da Salvatore Sardo, ex Eni), dieci controllate dall’Eni, sei dell’Enel, Simest, 16 organi di amministrazione di controllate Fs, Telespazio e Thales Alenia Spa del gruppo Leonardo, dove scade anche il collegio sindacale, presieduto da Riccardo Raul Bauer.