la Repubblica, 15 febbraio 2018
Una Madonna esalta i turchi e fa litigare gli italiani
È un libro da milione di copie in Turchia. Un miracolo del passaparola.
Un testo che ora fa pure litigare due case editrici in Italia. È Madonna col cappotto di pelliccia, capolavoro di un autore riscoperto, Sabahattin Ali. Scritturapura, piccola casa astigiana che lo aveva pubblicato nel 2015, ha diffidato l’editore Fazi. Nei giorni scorsi, in occasione della visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan in Italia, la casa editrice romana aveva annunciato l’uscita propria del romanzo.
Scritturapura ha reagito: «I diritti di esclusiva per l’Italia sono nostri. Fazi non può pubblicarlo fino al 2019», hanno scritto i legali della casa piemontese. E non è buffo che tutto questo accada dopo la freddezza delle autorità italiane verso il Sultano e la piattaforma dell’Eni bloccata dalle navi da guerra turche a Cipro? La vicenda dell’opera è di per sé interessante.
Pubblicato per la prima volta nel 1942, il libro riesce in Turchia nel 2013, durante la protesta di Gezi Park. E la gente di Piazza Taksim, in rivolta contro il Sultano, se ne innamora. Lo brandisce quando, in quei venti giorni di manifestazioni contro il taglio degli alberi del parco e la cementizzazione del centro città, uomini e donne seduti davanti al ritratto di Ataturk lo aprono e lo leggono. Nella biblioteca organizzata a cielo aperto lungo i giardini le copie della Madonna sono tra le più richieste.
Un gesto di ribellione pacifico, dalle sfumature impalpabili.Perché la storia, nel romanzo, non è politica. Il giovane Raif Effendi abbandona il lavoro, parte negli anni Venti per Berlino. Di giorno passeggia, visita musei, studia il tedesco.
La notte legge Turgenev. Una sera si ferma davanti al dipinto di una donna vestita con un cappotto di pelliccia. È affascinato da quella figura e torna per giorni alla galleria d’arte. Una notte, ubriaco, incontra una ragazza: è la stessa del dipinto. Si chiama Maria. E la sua vita si trasforma.
È il simbolo di una rivoluzione interiore. Che però agli occhi dei ribelli di Gezi Park si mescola con la vicenda dello scrittore: Sabahattin Ali, poeta e giornalista, era un comunista convinto. I suoi articoli lo portarono in prigione. Morì a 41 anni, mentre al confine con la Bulgaria cercava di fuggire in Europa, con una copia dell’Eugenio Onegin di Puskin in tasca, pestato dagli agenti della sicurezza: una vicenda tuttora da chiarire. Adesso il mistero di Ali e della sua Madonna prosegue. E dopo la Turchia tocca l’Italia.