la Repubblica, 15 febbraio 2018
L’amaca
Francamente, sapere che il deputato Piripicchi (pardon, cittadino Piripicchi) spende 1342 euro di pedaggio autostradale in un anno mi importa un fico secco.
Perché quei 1342 euro sono pochissimi se sono serviti a Piripicchi per fare il suo dovere di rappresentante del popolo, girando l’Italia per imparare e possibilmente per insegnare qualcosa, per sviluppare proposte di legge e produrre pensiero politico; sono un’enormità se Piripicchi è un frescone che – come diceva mio padre – parla solo per dare aria ai denti, se è inutile alla collettività e abbassa il livello del discorso pubblico.
Nella contabilità un poco pitocca che è uno dei presupposti del grillismo (gli scontrini! gli scontrini!) manca un elemento decisivo tanto sul piano etico quanto su quello economico: niente è più disonesto che ricoprire un incarico senza averne le competenze e il valore.
Il falegname che fa tavoli traballanti e letti che si sfondano può anche farli pagare pochissimo: ma è un ladro, e il giorno dopo si va da un falegname bravo.
Il deperimento della classe politica precede di gran lunga Grillo: i Razzi e gli Scilipoti noi li dobbiamo, tanto per fare nomi, a Di Pietro e a Berlusconi.
Ma i presupposti per creare una nuova leva di Razzi e di Scilipoti sono, tra i cinquestelle, evidentissimi.
E tali rimarranno fino a che dovranno occuparsi di scontrini invece di leggere e scrivere, che è il lavoro del bravo politico.