Corriere della Sera, 15 febbraio 2018
Tempo di Libri , tempo di festa Cinque giornate con 900 autori
Una fiera che nasce con un’aura positiva, in parte per la crescita del mercato del libro (un aumento di fatturato del 5,8%, che diventa + 7,8% se si aggiungono i libri per ragazzi) ma soprattutto per l’atmosfera di ottimismo che si respirava già ieri alla presentazione milanese. La seconda edizione di Tempo di Libri, che sarà dall’8 al 12 marzo a Fieramilanocity, si annuncia come una festa, lo hanno sottolineato tutti gli intervenuti, a cominciare da Barbara Stefanelli, vicedirettore vicario del «Corriere» che coordinava l’evento e ha indicato i punti di novità della kermesse, tra cui la direzione affidata ad Andrea Kerbaker e la sede, a Milano e non più a Rho: «Una delle novità – ha sottolineato – è l’idea di una festa dei libri e della cultura, una buona notizia per tutta la società della conoscenza».
Si comincia proprio con una festa, la sera di mercoledì 7 marzo, come ha annunciato il direttore Kerbaker: Incipit festa grande, un evento che si aprirà con la lettura di un brano di Umberto Eco e con un reading collettivo. «Leggeremo gli incipit dei grandi libri – ha spiegato —, Fruttero e Lucentini hanno già fatto il lavoro di sceglierli per noi. Saranno i ragazzi delle università a leggerli, poi ci sarà musica e da bere, per una festa aperta a tutta la città e soprattutto divertente».
La fiera sarà caratterizzata da 5 temi, uno per giornata, che animeranno i circa 650 eventi con 900 ospiti: l’8 marzo «Donna», il 9 «Ribellione», il 10 «Milano», l’11 «Libri e immagine» e il 12 «Mondo digitale». Moltissimi gli ospiti: giovedì 8 marzo la giornata della donna proporrà incontri su temi chiave, la violenza, la campagna #MeToo, i tabù ancora vivi, e a parlarne saranno personalità come le studiose Élise Thiébaut ed Eva Cantarella, la scrittrice Valeria Parrella, Chiara Gamberale con lo spettacolo-reading dal suo libro Qualcosa. Venerdì 9 marzo il tema della ribellione, a cinquant’anni dal ’68, si amplierà fino alle primavere arabe di cui parlerà Yasmine El Rashidi; i ribellismi in politica, su cui interverranno, con il direttore del «Corriere», Luciano Fontana, a partire dal suo nuovo libro Un Paese senza leader (Longanesi), Massimo Gramellini e Venanzio Postiglione; i ribelli ai canoni letterari, con John Grisham, o con le autrici delle Storie della buonanotte per bambine ribelli, Elena Favilli e Francesca Cavalli e il loro nuovo libro.
Il sabato sarà dedicato alla città di Milano e alla «gran pletora di autori milanesi», con molti omaggi agli scrittori legati alla città: Marco Missiroli interverrà su Dino Buzzati, Luis Sepúlveda con Matteo Nucci parlerà degli anni milanesi di Ernest Hemingway, Edgardo Franzosini rievocherà il soggiorno di Arthur Rimbaud; ma ci saranno anche ospiti internazionali come Clara Sánchez e Alain Badiou, mentre il ciclo intitolato Da che pulpito porterà in fiera, tra gli altri, l’arcivescovo Mario Delpini per un ricordo di papa Paolo VI. Altri big, domenica 11: fotografi come Ferdinando Scianna, registi come Gabriele Muccino e Pupi Avati, volti della tv come Nino Frassica, scrittori come Joe Lansdale e Roddy Doyle, e la blogger Sofia Viscardi. Mentre il lunedì del digitale, il 12 marzo, ospiterà anche l’incontro tra cinque direttori di grandi quotidiani a 8 giorni dalle elezioni e l’appuntamento sul premio Telegatto, ospite annunciata Michelle Hunziker. Ai bambini saranno poi dedicati 140 eventi, con il filo rosso del Gioco dei Perché ispirato a Dino Buzzati.
Curiose le «strisce» quotidiane che attraversano le giornate: Marco Balzano cura Un’idea balzana, un’ora al giorno di poesia; Gioele Dix propone i Gioele Dixit, mini show sui temi in fiera; Gianni Biondillo farà vincere libri al pubblico nella Tombola letteraria, e così via con molti altri cicli. Numerosi anche gli omaggi ai maestri: un recital dedicato a Dario Fo interpretato da Federica Fracassi, e un ciclo sui grandi dell’arte, curato da Marco Belpoliti e dedicato a nomi come Jannis Kounellis e Bruno Munari.
Nella presentazione affollatissima si sono precisati poi altri motivi di soddisfazione. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, si è detto «convintamente ottimista: data e location ci favoriranno; sarà un successo per lo stile della manifestazione, in cui è tutto fatto per bene. Un evento importante perché importante è l’editoria a Milano, come la capacità di inserire la città in un contesto internazionale». Sui numeri di Milano ha insistito il presidente della Regione, Roberto Maroni: «La Lombardia è la regina dell’editoria, con il 28% dei libri e il 50% delle tirature, primato che ci riempie di orgoglio». «Una regione piena di talenti e giovani che vogliamo sostenere», ha detto, ricordando che durante Tempo di Libri la Regione consegnerà i suoi «100 premi per 100 scuole».
Anche Fabrizio Curci, amministratore delegato di Fiera Milano, ha affermato che oltre al business del settore «Tempo di Libri ha in più un contributo culturale fortissimo che può marcare la differenza». E Ricardo Franco Levi, presidente dell’Aie, ha ribadito che «Tempo di Libri è segno della vitalità del mondo del libro che sta vivendo una stagione felice di ripresa». Lontana anche la querelle con il Salone di Torino (lo stesso direttore Nicola Lagioia sarà a Tempo di Libri per il ricordo di Alessandro Leogrande): sollecitato a un commento su eventuali collaborazioni future, Levi ha risposto con serenità («Non se ne è parlato»). E ricordando il gemellaggio con la Fiera di Francoforte, ha evocato anche le altre iniziative dedicate al libro in Italia, come BookCity, La Milanesiana, Più libri più liberi e così via, concludendo: «Stiamo passando da una festa del libro all’altra».