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 2018  febbraio 15 Giovedì calendario

Più emigrazione con lo sviluppo

È bene che ci diciamo la verità: per quanto aiutiamo i Paesi poveri, non fermeremo il movimento di grandi masse di popolazione dall’Africa verso l’Europa. Non significa che il Vecchio Continente debba abbandonare i piani di collaborazione con le regioni meno sviluppate del mondo: vuole però dire che non sarà la loro crescita economica a fermare le migrazioni. Anzi, i dati indicano che, sulla strada di diventare più ricco, un Paese povero manda all’estero più persone. Pericoloso illudersi del contrario. Uno studio del Center for Global Development di Washington – realizzato da Michael Clemens e Hannah Postel – ha calcolato che la curva dell’emigrazione inizia a salire quando un Paese arriva a circa duemila dollari pro capite (a parità di potere d’acquisto) e cresce fino a quando raggiunge gli 8-10 mila dollari. Solo a quel punto l’emigrazione comincia a rallentare. Al loro ritmo di crescita storico, i Paesi poveri – quelli, per dire, che hanno un reddito pro capite tra i mille e i duemila dollari l’anno – impiegherebbero fino al 2198 per arrivare al livello di sviluppo in cui tipicamente l’emigrazione inizia a calare, dice lo studio. Ma se anche il loro tasso di crescita triplicasse, «questo processo impiegherebbe fino al 2067». Clemens e Postel osservano che «i Paesi in cui i redditi pro capite annuali sono 8-10 mila dollari hanno tre volte tanti migranti rispetto ai Paesi che hanno redditi di duemila dollari o meno». Ciò suggerisce che «nei contesti più poveri lo sviluppo incoraggia l’emigrazione più di quanto la riduca». Nei Paesi molto poveri, pochi hanno i mezzi per andarsene; «in contrasto, l’emigrazione è aumentata in 67 dei 71 Paesi che negli scorsi 50 anni hanno raggiunto uno status di reddito medio». Lo studio nota che la decisione di emigrare è fatta per ragioni di investimento o di assicurazione. Una famiglia investe subito nel viaggio di un suo membro in attesa di guadagni futuri, ma solo se ne ha i mezzi. Se invece usa chi emigra come protezione contro choc nel suo Paese, è evidente che la necessità di assicurarsi è più forte con il migliorare delle condizioni di vita. Questo legame tra aumento del reddito (fino a un certo livello) e aumento del numero di chi lascia il proprio Paese «implica che gli aiuti possano in effetti avere incoraggiato la migrazione invece di scoraggiarla».