Corriere della Sera, 15 febbraio 2018
Meno male che Lorenzo c’è
Ha ragione Lorenzo quando afferma di non sentirsi affatto un eroe. Ha visto un bimbetto affogare tra i binari della metropolitana, ha dato un’occhiata al tabellone per vedere quanto mancava all’arrivo del treno, si è sfilato lo zaino da adolescente e si è tuffato, tutto qui. La banalità del bene. Ha ragione anche Brecht: sventurata la terra che ha bisogno di eroi. Perciò non costringiamo Lorenzo a indossarne i panni. Né attribuiamoli a Claudia, l’addetta della stazione che ha catturato sui monitor la scena del salvataggio, attivando il comando per frenare il treno. Ha fatto il suo dovere. E in fondo anche Lorenzo: il dovere di ogni essere umano.
Eppure sento l’urgenza di ringraziarli. Solo nelle ultime ore ho saputo che alcuni «Medici senza frontiere» organizzavano festini senza cerniere; che anche nel partito autoproclamatosi degli onesti abbondano gli incoerenti e i ciarlatani; che una società di biciclette in affitto è costretta a chiudere bottega perché le biciclette vengono sistematicamente distrutte o distratte dagli affittuari; che l’ennesimo ragazzino ha alzato le mani sul suo professore. Scandali ormai facilmente digeribili, grazie all’enzima dell’assuefazione, ma così diffusi da rilasciare nell’atmosfera un senso di rassegnata sfiducia. Ecco perché Lorenzo e Claudia rivestono un’enorme utilità sociale. Servono a ricordarci che siamo anche altro. Non sempre e non tutti. Ma lo siamo.