Gazzetta dello Sport, 15 febbraio 2018
Oxfam e gli altri che in cambio delle beneficenza pretendevano sesso
Non possiamo pensare che in un’organizzazione con 40 mila dipendenti non vi siano dei mascalzoni.
• Di chi stiamo parlando?
Di Medici senza frontiere. E di Oxfam. E di Save the Children. E di una quantità di altre organizzazioni umanitarie, grandi, medie e piccole, adesso travolte dalla scoperta che alcuni dei volontari, quando arrivano in un paese disastrato dal terremoto o dalla guerra, costringono donne e bambini a sottomettersi a pratiche sessuali. Lo scandalo è cominciato con Oxfam, è continuato con Save the Children (che però denunciò le sue magagne già a ovembre) e ieri ha forse toccato il culmine mediatico con Medici senza frontiere (Msf), la Ong più nota, anche per le polemiche dell’estate scorsa, quando Msf ha resistito al protocollo di Minniti, quello che ha permesso una riduzione drastica degli sbarchi sulle nostre coste.
• I 40 mila dipendenti sono quelli di Medici senza frontiere?
Sì, sparsi nel mondo. Ieri Msf ha fatto sapere che al suo interno sono stati registrati 24 casi di molestie o abusi sessuali nel 2017. Dicono di aver ricevuto, nel corso dell’anno, 146 denunce o segnalazioni, molte delle quali riguardanti abusi di potere, discriminazioni, molestie e altre forme di comportamenti inappropriati. Di queste 146 segnalazioni, «40 sono state identificate come abuso e/o molestia a seguito di un’indagine interna» e appunto «di queste 40, 24 erano casi di molestie o abusi sessuali», scoperti attraverso successive indagini interne dell’organizzazione. A seguito di ciò 19 persone sono state licenziate, mentre altri membri del personale sono stati sanzionati con diverse modalità. Conclusione: «La nostra leadership si è impegnata inequivocabilmente a combattere gli abusi».
• Quindi?
Msf ha reso pubblica la cosa ieri, e naturalmente potremmo chiederci se avrebbe parlato senza lo scandalo Oxfam scoppiato in Inghilterra. Non vi sono stati abusi nel 2016, nel 2015 e negli anni precedenti? Difficile crederlo. La catena di rivelazioni sulle organizzazioni senza fini di lucro è in realtà figlia del caso Weinstein, gli atti vergognosi di un produttore cinematografico che pretendeva sesso dalle attrici in cambio di una parte. Stavolta è peggio, però: qui i conculcati non sono attori e attrici, ma poverissimi e poverissime, in genere donne e bambini, travolti da guerre, carestie e catastrofi di ogni genere, su cui i pretesi benefattori hanno esercitato violenza profittando della loro posizione di potere. Le orge di quelli di Oxfam risalgono al 2011, quando il mondo accorse ad Haiti per salvare quei disgraziati da un terremoto che aveva fatto 222 mila morti e due milioni di senza tetto.
• Parliamo di Oxfam.
Oxfam è un’organizzazione enorme, fondata nel 1942 da un gruppo di quaccheri, attivisti e professori dell’università che volevano aiutare donne e bambini greci stremati dalla guerra. In 75 anni si è sviluppata in una federazione di 17 associazioni umanitarie non governative, riunite dallo slogan «il potere della gente contro la povertà», schierata politicamente col capo dei labursiti Jeremy Corbyn. Solo in Inghilterra ha 23 mila volontari e cinquemila dipendenti, nel biennio 2016-2017 ha ricevuto donazioni per 408,6 milioni di sterline. Ora è persino in pericolo di vita: una settimana fa il Times ha rivelato che nel 2011 alcuni suoi funzionari, spediti ad Haiti con un budget di 70 milioni di sterline, organizzavano festini costringendo le donne locali a partecipare, alcune persino indossando le magliette di Oxfam. Tra questi addirittura il direttore Roland van Hauwermeiren, belga, 68 anni, il quale ha ammesso che la villa delle orge era stata affittata con i soldi della ong. A parte il fatto in sé, quelli di Oxfam sono accusati di aver tenuto nascosta la cosa, comportamento che, per un ente che vive di contributi altrui (pubblici e privati), appare altrettanto grave.
• C’è il rischio che questi contributi siano tagliati?
Certo. Il presidente di Haiti ha dichiarato: «Non c’è niente di più vergognoso di un predatore sessuale che usa una catastrofe per approfittare di persone vulnerabili nel momento del bisogno». Hauwermeiren si è dimesso, si è dimessa pure la vicepresidente Penny Lawrence, il guatemalteco Juan Alberto Fuentes è stato arrestato per sospetta corruzione, Helen Evans, dal 2012 al 2015 capo della divisione che si occupa di segnalare comportamenti impropri dei dipendenti, ha reso noti altri incidenti, tra cui uno stupro in Sud Sudan e un tentativo di abuso nei confronti di un commesso in uno dei tanti negozi di beneficenza dell’organizzazione in Gran Bretagna. Secondo lei il 7% dei dipendenti Oxfam in Sudan ha subito violenze. Entro domani il governo britannico deciderà se tagliare il contributo di 32 milioni di sterline di cui gode Oxfam. Tutte le organizzazioni umanitarie sono in difficoltà, perché le donazioni, già dopo le polemiche dell’estate scorsa, sono calate. Il taglio eventuale dei soldi a Oxfam potrebbe significare la sua fine.