Libero, 13 febbraio 2018
Un milione di genitori irresponsabili. Un bimbo su dieci non è vaccinato
È il momento della resa dei conti. Beh, più o meno visto che Beatrice Lorenzin, ministro uscente della Sanità italiana, ha pensato di fissare la data per la messa in regola delle iscrizioni scolastiche che ancora non hanno allegato il dovuto certificato di vaccinazione per il 10 marzo prossimo. A elezioni concluse. A pensar male verrebbe pure in mente che dalle parti del Lungotevere non si voglia incappare in qualche scivolone di natura politica, ma ciò che in queste ore preme è un’altra questione. A oggi, infatti, i bambini italiani che, prima di entrare in classe, non sono passati da un ambulatorio, sono almeno 560mila. Una cifra impressionante, a cui si arriva contando non solo gli “irriducibili” no-vax, ma anche quei genitori ritardatari che, vuoi per le lungaggini burocratiche e le corsie intasate, vuoi perché hanno sempre procrastinato il momento della fatidica puntura, si trovano a dover fare i conti con l’orologio più che col preside di turno.
Il risultato, però, è identico in entrambi i casi: tra meno di un mese il termine scade, insegnanti e pediatri non nascondono la loro preoccupazione e gli addetti ai lavori minacciano di ricorrere ai rimedi paventati dal decreto di qualche mese fa. Che poi sarebbero l’espulsione dall’aula (all’asilo) e una multa che può toccare anche i 500 euro (per le mamme e i papà “fuorilegge”). E dire che quel mezzo milione e rotto di ragazzini con la fobia del camice bianco pesa, eccome, sul comparto istruzione. Basterebbe snocciolare gli ultimi dati Istat riferiti al 2014 sulla popolazione scolastica per rendersene conto: gli iscritti alla scuola dell’infanzia sono un milione e 600mila, quelli che frequentano le elementari due milioni e 800mila, i compagni più grandi che vanno alle medie circa un milione e 700mila. Il totale fa oltre sei milioni di studenti e significa che il rapporto tra cartelle in regola e non vaccinate è di uno a dieci.
DA REGIONE A REGIONE
Dopodiché, la situazione varia da regione a regione. In Veneto mancano all’appello 50mila adolescenti: 21mila non hanno assunto nessuno dei dieci vaccini obbligatori, 20mila non hanno completato il ciclo richiesto e quasi 9mila risultano essere “scoperti”. Nell’area metropolitana di Milano sono 78mila le famiglie che devono richiedere un appuntamento con la Asl mentre quelle che sono corse ai ripari nelle settimane passate superano di poco le 10mila unità. In Piemonte i “dissidenti” si contano a decine in un po’ tutte le province, da Torino a Cuneo. In Emilia Romagna la copertura vaccinale ha superato quota 97% ed è cresciuta, in un solo anno, dell’1,5%. Città che vai, reazione al decreto Lorenzin che trovi.
Nel mezzo, tuttavia, ci sono i professionisti della scuola informano, suggeriscono e richiamano all’ordine i genitori che in segreteria non hanno presentato le carte bollate dal dottore. «Dobbiamo pensare a tutelare i nostri ragazzi», è il monito che si sente più spesso davanti alla lavagna. E non hanno nemmeno tutti i torti.
PRESA DI POSIZIONE
Ma se per qualcuno è una vera e propria corsa contro il tempo, per altri è una presa di posizione. «Non siamo contro i vaccini e non ci curiamo nei boschi», attacca il Corvelva, coordinamento per la libertà di vaccinazione di Venezia e dintorni, «vogliamo solo ragionare in base alle esigenze». E anziché rivolgersi all’ospedale, per chetare gli animi dà notizia di una manifestazione a Vicenza, prevista per domenica prossima, dove alcuni genitori protesteranno vista la situazione. Niente da fare, dal ministero arriva la chiusura definitiva: la data ultima è il 10 marzo e non si torna indietro: «Chi non avrà vaccinato i propri figli entro quel giorno pagherà la sanzione», ammonisce la Lorenzin.