Il Sole 24 Ore, 14 febbraio 2018
In nove anni 464 miliardi alle banche dell’Ue
Il 2016 è sato l’anno della piena entrata in vigore delle nuove regole e dei nuovi strumenti europei per la gestione ordinata delle crisi bancarie (Brrd e Srmr). Ed è stato anche il primo anno in cui i sussidi pubblici per le banche in difficoltà si sono praticamente azzerati: neppure un euro è stato erogato per le ricapitalizzazioni e solo 500 milioni per i crediti deteriorati. Solo le garanzie concesse dagli Stati nazionali sono rimaste relativamente consistenti: 123,3 miliardi, ma comunque in forte calo rispetto agli anni precedenti e ai minimi dal 2008, cioè fino a quando è possibile risalire nella classifica degli aiuti di Stato pubblicata dalla Commissione europea.
Nel 2015, anno in cui tra novembre e dicembre prima dell’entrata in vigore delle nuove regole erano state salvate in tutta fretta quattro banche italiane (Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti), le ricapitalizzazioni a carico delle finanze pubbliche avevano raggiunto gli 11,5 miliardi di euro, un decimo rispetto ai 115 miliardi spesi dai contribuenti europei nel 2008. Dal 2008 al 2016 gli interventi pubblici nel capitale delle banche della Ue sono stati pari a 464,6 miliardi di euro, a fronte di 829 miliardi approvati dai governi. La tabella accanto mostra gli importi dei Paesi che hanno speso di più: con 64,2 miliardi è in testa la Germania che ha concentrato gli sforzi tra il 2008 e il 2009, ben prima che le regole Ue si irrigidissero. L’Italia è a 11,5 miliardi, ma per il 2017 bisognerà aggiungere altri 10,2 miliardi, di cui 5,4 per Banca Monte dei Paschi e il resto per Popolare Vicenza e Veneto Banca, senza contare i 12 miliardi di garanzie.