Libero, 12 febbraio 2018
Parlano i «cattivi». Immigrati, scuola, sicurezza: cosa vuole CasaPound
Venerdì i vertici di CasaPound, con in testa il candidato premier Simone Di Stefano, erano alla Camera dei Deputati per presentare il loro programma. La cosa ha infastidito la sinistra, che ha denunciato il «ritorno dei fascisti a Montecitorio». Loro, i «fascisti» di Cpi, non si accontentano però di una conferenza.
In Parlamento ci vogliono entrare dalla porta principale, come onorevoli e come senatori. Dopo un’intensa raccolta firme, CasaPound si presenterà in tutti i collegi. E adesso l’obiettivo è quello di superare lo sbarramento del 3%.
Ma cosa hanno in mente di fare, se riusciranno ad entrare a Montecitorio e a Palazzo Madama? Lo abbiamo chiesto a cinque candidati.
Il vicepresidente Marco Clemente: «Da Milano la mia sfida alla Boldrini e ai pregiudizi»
Marco Clemente, classe 1978, è da poco stato nominato vicepresidente di CasaPound. Ora è candidato alla Camera in un collegio difficile, quello di Milano...
Dici CasaPound e pensi a Roma. Milano per voi è una città più complicata?
«Si pensa a Roma perché il movimento è stato fondato lì. Ma Milano, come è noto, è storicamente la culla dei più grandi movimenti nati per volontà popolare. Negli ultimi anni la sezione milanese di Cpi ha avuto una crescita esponenziale, sia numerica che di qualità. Ne è prova recente, ad esempio, la raccolta delle firme per le elezioni: abbiamo fatto anche venti banchetti contemporaneamente, una bella “prova di forza”...».
Alle urne potreste essere penalizzati dal “voto utile”?
«Qui l’unico vero voto utile è quello per CasaPound, perché entreremo in Parlamento e non faremo sconti a nessuno. E comunque quelli di Cpi sono elettori che il centrodestra ha già perso».
A Milano si candida anche Laura Boldrini. Le piacerebbe avere un confronto con lei?
«Certo. Anzi, ne approfitto per invitarla a un dibattito pubblico. Sempre che non sia troppo impegnata in attività in favore degli immigrati clandestini. Le differenze? Noi facciamo gli interessi degli italiani».
Avete detto di essere pronti a dare l’appoggio esterno a un governo Salvini...
«Non faremo un’opposizione stolta. Se qualcuno presenterà proposte nell’interesse degli italiani, le voteremo. Tutto qui».
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L’ex sottosegretario Filippo Berselli: «Ero al governo col Cavaliere Con Cpi torna il vecchio Msi»
È stato sottosegretario nei governi di Berlusconi, prima alle Finanze e poi alla Difesa. Oggi, invece, Filippo Berselli, uomo simbolo della destra bolognese, si candida con CasaPound...
Dal governo a Cpi. Un bel salto...
«Sono fuori dal Parlamento dal 2013. Cercavo una nuova casa e l’ho trovata qui. Ma non rinnego nulla...».
È stato nel Msi, in An e anche nel Pdl... Come mai se n’è andato?
«Se Berlusconi non l’avesse sciolto, forse sarei ancora nel Pdl. Ma è andata così... In Forza Italia non ci sono voluto andare. An? Non sono uno di quelli che dicono che la svolta è stata un errore. È stata un’evoluzione del Movimento sociale, eravamo un’alternativa di governo. Ora con Casa-Pound si torna alle origini del Msi...».
Ma perché il centrodestra non le piace più?
«Abbiamo una legge elettorale schifosa, che ci porterà all’ennesima ammucchiata. Per questo non avrei comunque votato Silvio, che l’ha voluta, o i suoi alleati».
C’è spazio per una destra fuori dalla coalizione Forza Italia-LegaFratelli d’Italia?
«Se CasaPound avesse a disposizione i mezzi di comunicazione che hanno Fi, Lega e Fdi, arriveremmo al 15%. Invece siamo oscurati. Ma non importa. Non ci danno le sale per le conferenze? Faccio i comizi sul tetto della mia Land Rover rossa. E faccio suonare l’Inno a Roma di Puccini, quello che mettevano prima dei comizi di Almirante...».
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L’ex agente Daniele Contucci: «Da poliziotto denunciai il business dei profughi»
Daniele Contucci, ex poliziotto, si è occupato per anni di profughi, lavorando in particolare al Cara di Mineo. Ha denunciato il business dei migranti e per questo sostiene di aver ricevuto attacchi pesanti. Tanto da arrivare a togliersi la divisa.
L’addio alla polizia è stata una sua scelta?
«Dopo le mie denunce ho subito molte pressioni. Diciamo che hanno fatto in modo che andassi via».
Cosa non funziona nella gestione dei migranti?
«Ormai è diventata un business. Quando lavoravo al Cara di Mineo avevamo ridotto la permanenza nel centro da 18 mesi a 6 mesi. Ma così siamo andati a toccare qualche interesse. C’è chi sui migranti ci guadagna...».
Cosa pensa di quello che sta succedendo a Macerata?
«Macerata è il risultato di questa gestione fallimentare dell’immigrazione. Poi, ovviamente, anche da ex poliziotto, condanno totalmente ciò che ha fatto Traini».
L’immigrazione è ormai il tema principale della campagna elettorale. Lei si sente uno che “cavalca la paura”?
«Assolutamente no. Sono stato definito poliziotto anti-migranti. Non è affatto così.
Denuncio chi specula su di loro. Il fenomeno va gestito diversamente».
Perché corre con Cpi?
«La Lega aveva cavalcato la mia vicenda, fino a quando ho toccato i vertici del Viminale. Così, per continuare la mia battaglia da uomo libero, mi sono avvicinato a CasaPound». ****
Il primo cittadino Andrea Bianchi: «Più trasparenti dei grillini anche come sindaci»
Andrea Bianchi, 39 anni, è sindaco di Trenzano, in provincia di Brescia. Eletto con una lista civica, è anche stato il primo sindaco ad aderire a CasaPound.
Come hanno preso questa scelta i suoi cittadini?
«La maggioranza dei cittadini non conosce ancora bene Cpi. Però quando abbiamo fatto il primo banchetto, per raccogliere le firme per presentarci alle elezioni del 4 marzo, ho avuto un bellissimo riscontro».
E i consiglieri comunali cosa le hanno detto?
«Tra i miei nessun mal di pancia. Anzi, quasi tutti hanno sottoscritto la lista di Cpi per le Politiche. L’opposizione invece si è scandalizzata».
Roma, Torino, Livorno... nei comuni i grillini non stanno facendo bene. Meglio voi?
«Noi siamo più coerenti e più trasparenti, chiediamo di mettere gli italiani al primo posto, anche nei comuni. Loro sono troppo ondivaghi, pure su temi importanti come immigrazione e sicurezza».
E i sindaci del Pd?
«Nei paesi tanti hanno la tessera del Pdmasi nascondono dietro alle liste civiche. Io, quando ho aderito a Cpi, l’ho detto subito».
Ora corre per il Parlamento... Meglio sindaco o onorevole?
«Fare il sindaco è la cosa più bella, ma sono alla fine del secondo mandato e quindi non posso ricandidarmi... Solo per questo ho accettato di correre per la Camera».
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Il professor Luciano Baietti: «Ho 15 lauree e studio ancora Di Maio? Non è un premier»
Luciano Baietti, da Velletri, ha 70 anni e 15 lauree (record mondiale). Ora sta prendendo la sedicesima, in Scienze penitenziarie. Ma intanto è candidato al Parlamento con CasaPound.
La corteggiavano in tanti, perché ha scelto proprio Cpi?
«Non avevo mai pensato alla politica, ma come ideali sono stato sempre vicino a CasaPound. È stata una scelta naturale».
Qualcuno dice che a destra non c’è cultura...
«Tanti dicono così perché la destra non la conoscono. La cultura per CasaPound è fondamentale».
Dirigente scolastico per lavoro e studente per una vita. Come si vedrebbe come ministro dell’Istruzione?
«Non voglio peccare di presunzione, ma di sicuro è inammissibile che il ministro dell’Istruzione sia una come la Fedeli, una sindacalista. Cosa può insegnarmi?».
Che cosa non funziona nella scuola e nell’università?
«Non c’è comunicazione tra il docente e l’allievo. E la riforma dell’università, col 3+2, serve solo a mandare i ragazzi a lavorare un anno dopo».
Tra le sue lauree ce n’è anche una in lettere. Tra i politici qualcuno avrebbe bisogno di qualche ripetizione di italiano? Magari Di Maio?
«Fare ripetizioni no, ma sicuramente un aiuto lo potrei dare... Immaginiamo un vertice con la Merkel, Macron e Di Maio... cosa può fare il leader grillino? Poi sarà una brava persona, è anche caruccio, però fare il premier è un’altra cosa...».