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 2018  febbraio 13 Martedì calendario

Matematica, la francia cambia. Tornano le tabelline per rimediare alla catastrofe

Basta con la teoria degli insiemi: troppo astratta, scampolo di una pedagogia costruttivista post-sessantottina. Nell’insegnamento della matematica la Francia di Emmanuel Macron vuole ritornare, con una buona dose di buonsenso, alle tabelline recitate a voce alta: un tuffo nel passato, corretto dalle nuove metodologie sperimentate a Singapore, come la «manipolazione» delle cifre, giocando con gli oggetti e i colori per accompagnare gli allievi verso l’astrazione.

Ieri Cédric Villani, matematico francese insignito della medaglia Fields nel 2010 ed eletto nel giugno scorso deputato per i macronisti, ha presentato un piano, fortemente voluto dal presidente, con 21 misure «per rimediare a una situazione catastrofica», quella dell’insegnamento della sua disciplina. Davvero catastrofica? Non ci sono dubbi. La Francia può contare su centri di ricerca all’avanguardia di matematica, ma è costantemente il fanalino di coda europeo, quando si valuta la preparazione nel campo degli studenti, soprattutto quelli più giovani. Nell’ultima edizione del Timss, relativa al 2015, la più affidabile nel settore, realizzata nella quarta elementare e nella terza media, la Francia si è piazzata all’ultimo posto tra i 27 Paesi dell’Unione, con 488 punti rispetto a una media di 500 a livello dei 60 più sviluppati del globo. L’Italia «galleggiava» a 507. In testa nella Ue l’Irlanda del Nord (570) e nel mondo Singapore (618), che ha sperimentato una nuova metodologia.
La ricetta di Villani è articolata. E il personaggio, che non è un grigio tradizionalista (si presenta sempre con delle spille a forma di ragno sulla giacca e vistosi foulard al collo), si è rifatto in parte al passato, in un Paese dove la strumentalizzazione ideologica dell’istruzione, un colpo a destra e uno a sinistra, l’ha più o meno rovinata. Secondo Villani bisogna insegnare le quattro operazioni già dalla prima elementare (come si faceva un tempo) e contemporaneamente. Quelle tabelline vanno recitate, anche a voce alta, e devono ridiventare un rito cadenzato nella vita della classe, pure un gioco. Poi punta sul metodo di Singapore, che rigetta la teoria degli insiemi (non è più l’allievo a costruirsi il suo sapere, ma una pedagogia ben strutturata) e si sviluppa su tre tappe: la manipolazione (il ricorso a cubi e altri oggetti o elementi colorati tracciati alla lavagna per spiegare le operazioni), la verbalizzazione (l’alunno deve esprimere a parole i concetti, ripetere a voce alta, anche quando è solo, le famose tabelline e più volte i teoremi per memorizzarli), fino a spingere, ma solo alla fine, il bambino a pensare la matematica in termini astratti. Il Regno Unito ha ingaggiato docenti di Singapore, che hanno già formato 700 insegnanti. Villani prevede pure di migliorare la formazione iniziale dei maestri (è sulle elementari che la riforma vuole puntare come primo passo) e il loro aggiornamento. Infine, come integrazione a quello di Singapore, non dimentica il metodo Montessori. Per ritornare davvero ai fondamentali.

COSE BUONE PER ANTEPRIMA