Libero, 10 febbraio 2018
I somari parlano di scienza medica come di calcio: con incompetenza
Nella scienza medica possono dire la loro solo quelli che per anni l’hanno studiata sui libri di medicina e nelle università, che l’hanno praticata nelle corsie ospedaliere e verificata sui malati, o quelli che hanno sottoposto le varie tesi scientifiche a controlli e procedure rigorose, e che hanno accertato l’esito dei vari esperimenti sull’efficacia o meno dei farmaci, per potersi permettere di scriverne e parlarne in maniera seria e credibile, senza alcun timore di venire contraddetti. Ad eccezione di quando purtroppo prendono la parola e la penna i “somari” di Roberto Burioni, cioè quelle persone scientificamente ignoranti che si ritengono così intelligenti e supponenti da riuscire a sapere e capire le cose senza averle studiate, a scriverne e diffonderle online parlandone a sproposito, e facendo proseliti di altrettanti ignoranti in materia che in loro si riconoscono.
Di somari il virologo Burioni ne ha incontrati parecchi, e sono i molti che ci circondano e che ascoltiamo o leggiamo quasi ogni giorno, quelli che, pur non avendo la minima nozione di medicina o di biologia, e pur non sapendo la differenza tra un virus e un batterio, o come funziona un vaccino, pretendono di convincerci che i vaccini sono pericolosi, che «dieci vaccini sono troppi», che «le malattie batteriche guariscono da sole, o al massimo con i rimedi naturali» e che «i farmaci vengono prodotti dalle industrie farmaceutiche per arricchirsi e per arricchire quelli che sono sul loro libro paga».
Il somaro ragliante di Burioni infatti, si nutre avidamente di notizie trovate su In-
ternet, e non essendo in grado culturalmente di interpretarle o di distinguere le stupidaggini dalle fake news o dalle notizie vere, crede a quello che gli fa più comodo, quello che gli conviene o gli piace di più, condividendolo con quelli più ciucci di lui, e a volte addirittura salendo in cattedra.
I SOCIAL
Facebook come è noto ha dato la parola a tutti indistintamente, ed alcuni hanno inteso questa opportunità come un tassativo dovere di parlare anche di cose che non conoscono, che non capiscono, non avendo idea della complessità delle stesse, e nemmeno del senso del ridicolo, che anzi trasmettono insieme alla loro profonda ignoranza.
Nel suo saggio «La congiura dei somari» (ed. Rizzoli) Roberto Burioni ci regala un elenco esilarante dei ciucci raglianti, di quelli che, per esempio, danno per scontata la pericolosità dei vaccini, i loro effetti collaterali che, secondo loro, includono l’autismo, la calvizie, l’epilessia e spesso pure la morte, o di quelli che sostengono che l’Aids è una truffa, che non esiste, e non è causato dal virus Hiv, o, ancora, che il morbillo va preso per forza per formare gli anticorpi, mentre il virus dell’epatite C si contrae soltanto dalle persone omosessuali.
CURA DELL’ACQUA
Con la sua prosa semplice, chiara e fulminante, Burioni se la prende anche con parte della classe medica, ovvero con quei colleghi che lui paragona ai millantatori, e che accusa e denigra, come coloro che prescrivono «la cura dell’acqua», come lui la defile, essi non agiscono contro nessuna patologia, nemmeno la più lieve, e non potrebbero funzionare in alcun modo essendo di fatto solo ed esclusivamente preparati a base di «acqua fresca» senza cioè alcuna traccia di principio attivo farmacologico o chimico.
Burioni sarcasticamente aggiunge, nel capitolo del libro dedicato all’omeopatia, che negli Stati Uniti, ad esempio, è disponibile da molti anni un premio da 1 milione di dollari per chi riesce a dimostrare che in un prodotto omeopatico non c’è solo acqua, e da molti anni quel premio è infatti ancora là, mai vinto da nessuno, omeopati inclusi, concludendo che se un medico afferma che i vaccini sono inefficaci o leta-
li, o se pretende di curare una patologia infettiva grave con i propri rime-
di, essi dovrebbero cambiare mestiere, dovrebbero essere cancellati dall’Albo e se necessario radiati.
Perché se l’ignoranza in medicina è tollerata nei non addetti ai lavori, se presente in alcuni professionisti del settore, essa può causare la morte di pazienti più somari di loro, e soprattutto può contribuire a screditare una classe medica che invece conosce le regole, le applica, cura le malattie a dovere, salva molte vite ed è colma di eccellenze.
Infatti la «scienza non è democratica» scrive Burioni, ed è anche imperfetta, perché fatta da uomini imperfetti, ma anche se le verità che ci offre sono spesso parziali e mai sicure al 100%, beh, vale comunque la pena di fidarsi, perché l’alternativa sono appunto i ragli dei somari e le loro congiure, che sono contagiose, che influenzano coloro che non hanno studiato, e che, seppure in buona fede, contribuiscono a diffondere pericolose bugie e ad instillare ingiustificate paure tali da indurre i pazienti a comportamenti che possono avere gravi conseguenze.
CIALTRONI
Il terreno della libertà di opinione è un campo minato, e più si va avanti, più si lascia indietro il terreno solido costituito dal metodo scientifico e dai dati condivisi internazionalmente sul quale possiamo appoggiare con tranquillità e fiducia le basi delle nostre ragioni.
Il cancro, sappiamo, non si cura con il bicarbonato, né l’orzaiolo con le fette di patate o le infezioni batteriche e virali con le tisane a base di erbe, perché chi si comporta in questo modo non solo danneggia il paziente, ma offende la professione medica, che viene infangata da cialtroni ed oltraggiata dai veri somari. Personalmente ho condiviso ogni pagina ed ogni concetto di Roberto Burioni, finanche il rimedio per convertire alla ragione chi si nutre di ignoranza, per il quale egli propone un metodo antico ed economico, più efficace di qualunque farmaco, ovvero che i somari si possono curare solo con i libri, naturalmente in dosi massicce.