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 2018  febbraio 12 Lunedì calendario

Riccardo Pugnalin (Sky): «Mediapro tornerà da noi, non perderemo il calcio ma abbiamo un piano B»

ROMA La partita dei diritti tv della A per i prossimi tre anni è tutt’altro che conclusa. E, nonostante la Lega abbia accettato l’offerta di Mediapro, Sky è convinta di essere ancora completamente in gioco. A spiegare a Repubblica la posizione dell’emittente satellitare è l’executive vice president, Riccardo Pugnalin.
L’ad di Infront Luigi De Siervo parlando dell’asta ha esultato, definendo l’assegnazione a Mediapro una “liberalizzazione”. E rimproverandovi di non aver saputo perdere. Dopo tanti anni, siete stati sconfitti?
«Dopo mesi di aste-flop sono comprensibili le espressioni pittoresche, anche se poco aderenti alla realtà dei fatti. La storia di questa asta dei diritti tv parte da molto lontano: due bandi, lunghi, a distanza di mesi, non sono riusciti a trovare la soluzione al tema nodale del valore reale del calcio italiano.
Siamo i primi a esserne dispiaciuti soprattutto dopo avere messo sul tavolo grandi risorse».
Voi dite “grandi risorse” ma secondo i presidenti dei club e il loro advisor volevate prendere tutto pagando troppo poco.
«Era difficile per noi prendere tutto quando ci si offriva poco, soprattutto in termini di esclusiva.
La conoscenza di Sky di questo mercato ha fatto sempre prendere decisioni molto razionali. Ma tutto ciò ha sempre dei limiti oltre ai quali è difficile andare. Questa volta ci veniva chiesto di superare illogicamente questi limiti, sfidando la legge di gravità, cioè quella della sostenibilità.
Ricordiamo che il calcio italiano è ancora basato pressoché esclusivamente sui diritti tv che da soli non sorreggono più il sistema».
Di chi è la responsabilità?
«Di chi non si rende conto che il calcio è un’industria complessa fatta di cuore e passione, ma anche di grande organizzazione industriale. Alcuni operatori, televisivi e non, italiani e europei, in questi anni si sono lanciati nel business della pay tv del calcio con risultati molto negativi. Non vogliamo essere costretti a percorrere gli stessi errori».
All’estero è diverso?
«Ci sarà un motivo per cui ogni qualvolta i diritti del calcio vengono trattati all’estero come con la Uefa, tutto ha un percorso lineare. Con la Uefa abbiamo sia vinto che perso delle aste sui diritti televisivi ma sempre senza alcuna polemica.
Malgrado da noi esista una legge che si chiama Melandri-Gentiloni tutto invece diventa farraginoso».
Qualche rimorso sui bandi?
Potevate chiudere la partita prima azzardando di più?«Abbiamo fatto offerte molto alte e l’azzardo non è stata mai una nostra caratteristica».
Il sub commissario Paolo Nicoletti ha definito “irrilevante” la diffida da voi fatta per bloccare un eventuale canale tematico di Mediapro.
«Nessuna diffida è irrilevante, anzi mi è parso di capire che sia servita a puntualizzare il vero e unico ruolo possibile da parte degli spagnoli, quello di mediatore di diritti. Siamo contenti nel vedere che un altro investitore estero punti sul mercato italiano. Mediapro potrebbe soddisfare le esigenze delle squadre di calcio italiano, della Lega e forse anche quelle dei nostri abbonati.
Ma speriamo che il loro progetto non porti a un prezzo del calcio più caro per i tifosi».
Ma quindi collaborerete?
«La nostra azienda opera comprando diritti. E anche stavolta compreremo i diritti della Serie A da chi avrà l’obbligo giuridico di venderli ai broadcaster. Aspettiamo di vedere nei prossimi mesi se e in che modo verranno aggiudicati a Mediapro.
In che senso “se” verranno aggiudicati?
«La Lega Serie A ha ritenuto congrua l’offerta di Mediapro ma prima di aggiudicare ha sottoposto quell’offerta all’esame e alla autorizzazione delle Autorità di garanzia. Poi toccherà all’Assemblea della Lega. Solo dopo gli operatori spagnoli potranno definirsi intermediari unici e come tali avranno l’obbligo di venderli.
Anche a Sky. E secondo procedure eque, trasparenti e non discriminatorie. Infine Mediapro dovrà presentare le adeguate garanzie finanziarie come da regolamento del bando stesso”. Poi ci aspettiamo il “Terzo Bando”.
Quale “Terzo Bando”?
«Si, Mediapro è un broker di diritti.
Quindi dovrà proporsi ai diversi broadcaster. È un po’ come il “gioco dell’oca”: alla fine si deve tornare sempre al punto di partenza. Cioè agli operatori, tra cui Sky».
E quale proposta vi aspettate da Mediapro? Parlano di minimo garantito, di percentuali sulle vendite da richiedere agli operatori…
«Non sappiamo nulla. Quindi siamo rimasti un po’ stupiti che alcuni siano già a conoscenza delle strategie di rivendita dei diritti. Noi ci atteniamo ai fatti e aspettiamo con tranquillità possedendo già un’offerta di calcio e di sport in esclusiva molto forte».
Nei progetti di Mediapro c’è l’idea di rivendere a tutti, agli operatori telefonici e agli “ott” come Amazon. Secondo Paolo Nicoletti questo potrebbe avere degli effetti benefici per il prezzo all’utente delle partite.
«Ben vengano i nuovi operatori, anche se fino adesso non si sono visti, li abbiamo sempre sentiti evocare ma non si sono mai palesati. La legge Melandri-Gentiloni non prevede la discriminazione tra le diverse piattaforme. Sui prezzi Sky sarebbe felice di applicare tariffe più basse.
Però pongo un quesito: se Mediapro investirà oltre un miliardo di euro, più di quanto da noi offerto, come potranno costare di meno gli abbonamenti alle partite?».
Esiste la possibilità che Sky rimanga senza la Serie A? C’è un piano B in azienda?
«Perché mai Sky dovrà restare senza i diritti di Serie A?
Siamo l’operatore con maggiore esperienza e interessati a partecipare alla vendita dei diritti.
Una grande azienda deve sempre avere un piano B. Ma le assicuro che, se le regole saranno uguali per tutti, questo non servirà. Ma siamo certi che tutto si svolgerà regolarmente, visto che la Lega ha un Commissario, e che sono coinvolte almeno due Autorità in temi di rilevanza europea».
Alla fine i tifosi dove e come vedranno il campionato di Serie A dal prossimo anno?
«Noi siamo sicuri che i nostri abbonati continueranno a vedere le partite della Serie A su Sky».