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 2018  febbraio 11 Domenica calendario

Sanremo: vincono Meta e Moro

SANREMO Da (quasi) esclusi a vincitori. Il Festival lo hanno vinto Ermal Meta e Fabrizio Moro con «Non mi avete fatto niente», inno folk contro il terrorismo e messaggio di speranza. Vittoria arrivata nella notte dopo la sfida con Lo Stato Sociale (2) e Annalisa (3). Il premio della critica è andato a Ron. 
È stata anche la serata dove finalmente è arrivata Laura Pausini, guarita dalla laringite. Abito nero con strass. Elegante. Presenta, in anteprima mondiale dal vivo, «Non è detto», la ballad che lancia il nuovo album «Fatti sentire». C’è stato ovviamente il duetto con Baglioni su «Avrai». E ha chiuso la sua esibizione con «Come se non fosse stato mai amore»: attraversa la platea, esce dal teatro e finisce a cantare in strada accompagnata dal karaoke dei fan. Generosa, visto che la voce è ancora affaticata. Ma mettile un microfono in mano e lei va. È stata anche la serata di Pierfrancesco Favino. Ha portato sul palco un monologo da La notte poco prima della foresta di Koltès: imposta la voce come quella di uno straniero per raccontare la tragedia dell’esclusione. Un pugno nello stomaco. Ci sarebbe voluto Salvini in platea. 
Quando Pausini era ancora sul palco con Baglioni c’era stato anche l’intervento telefonico di Fiorello. Per ricostruire, come nella prima puntata, il trio di quelli nati il 16 maggio. Fiore è esplosivo anche a distanza. Il telefono non lo raffredda. Imita la parlata emiliana della Pau. Improvvisa una battuta su Giovanni Allevi, inquadrato in platea, che ostruirebbe la vista a chi sta dietro con i suoi ricci. Visto che questa edizione ha travolto gli ascolti, lo showman lancia gli unici conduttori che potrebbero fare meglio il prossimo anno: «Il Papa e Melania Trump». Eh già, adesso chi se la sente di farsi sotto? Baglioni, impegnato in autunno con un tour e altri progetti per celebrare 50 anni in musica, sembra orientato al «no», ma lascia una porta aperta. «Non ho ricevuto nessun messaggio dalla Rai. E mi dispiace, perché un po’ di corteggiamento fa sempre piacere, anche agli uomini», aveva detto al quotidiano incontro con i media. 
Per questa edizione aveva provato a dire tre volte no alla Rai, alzando la posta ogni volta, prima di accettare. Ma se allora era indicato come vittima sacrificale visto che nessuno sembrava disponibile a confrontarsi con gli ascolti di Conti, adesso che li ha battuti è in posizione di forza. Anche nella quarta puntata, quella dei duetti: la serata è stata seguita in media da 10 milioni 108 mila telespettatori con il 51,1% di share: il risultato migliore dal 1999 in poi. Auditel da Kim Jong-Baglioni. «È andato bene oggettivamente e soggettivamente – dice in apertura della diretta ringraziando il pubblico —. Anche se il farfallino della prima serata ha fatto più scalpore della farfallina di Belén». A proposito di stile. Va bene che siamo a Carnevale, ma gli smoking di molti ieri erano fuori controllo: a partire da quelli di Baglioni e Favino. 
Per le canzoni la partita vera si giocherà fuori dall’Ariston. Il primo posto aiuta, ma ci sono già segnali chiari. Fra giovedì e venerdì il brano più trasmesso in radio è stato «Non mi avete fatto niente» di Meta e Moro. Nella top 10 assoluta anche Lo Stato Sociale e «Una vita in vacanza» (4), «Il mondo prima di te» di Annalisa (13) e il vincitore dei Giovani Ultimo (17). Su Spotify si ritagliano uno spazio nel dominio rap Meta e Moro (7), Stato Sociale (11), e Annalisa (18). Idem su YouTube. Fra esibizione Rai e il videoclip ufficiale la coppia è oltre i 5 milioni, la band bolognese a 3,7 milioni e Annalisa e Kolors poco oltre i 2 milioni. 
Un Festival dittatoriale non può che raccogliere consensi. Il dissenso non è ammesso. Se i complimenti di Morandi, ovviamente via Facebook, erano attesi, sono arrivati anche quelli di Adriano Celentano.
«Finalmente un Festival! I cantanti possono, come un tempo, ritornare a non essere più i valletti dei grandi ospiti. Un’impresa non facile che solo a un “Passerotto” come te poteva riuscire», ha commentato il Molleggiato con una lettera aperta. Aggiungendo: «La Rai non potrà più fare a meno di te. Della tua bravura, del tuo gusto e della tua classe». E se fosse il primo passo verso il suo ritorno in tv?