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 2018  febbraio 11 Domenica calendario

Asta record per il piccione più veloce: 400 mila euro

E se «i piccioni da corsa» fossero il termometro della crescita di un Paese? O per lo meno di quella cinese? I prezzi dei «racing pigeons» hanno raggiunto nuove vette sul mercato dei ricchi appassionati asiatici. Xing Wei, un tycoon delle costruzioni, ha appena sborsato 400 mila euro per portarsi a casa Nadine, una pennuta femmina nata in Belgio. Battendo così il precedente record: poche settimane fa, nel dicembre scorso, un altro riccone cinese aveva sborsato 380 mila euro per aggiudicarsi il cartellino di una «picciona» chiamata «Dea della velocità Estrema».
Un mercato per pochi: in Cina il club dei «paperoni» (quelli con un patrimonio superiore ai 300 milioni di dollari) è cresciuto del 13% nell’ultimo anno. Dopo stagioni di magra (coincise con la campagna anti-corruzione inaugurata nel 2012), il mercato dei beni di lusso ha visto un’impennata del 20% nel 2017. E nell’impennata ci sono anche i piccioni viaggiatori.
Le quotazioni folli dipendono da una mezza dozzina di fan, compreso il suddetto Xing Wei. Il giro delle gare cresce. La competizione più ambita è una 500 chilometri denominata «Aquila di Ferro», organizzata dal Pioneer International Club di Pechino, con un montepremi complessivo pari a 60 milioni di euro.
Cifre importanti, tali da attirare anche l’attenzione del quotidiano economico Financial Times che alla «corsa ai piccioni da corsa» ha dedicato un approfondimento. Chen Shiye, a capo di un impero cosmetico, è l’allevatore che ha cresciuto la «Dea della velocità estrema», nonché il vincitore dell’ultima Aquila di Ferro. L’allevamento dei pennuti è uno dei suoi hobby. «In fondo un piccione costa meno di una casa», dice al FT. Meno costoso, meno ingombrante. I piccioni di Chen raggiungono gli 80 chilometri all’ora, più del doppio di quella toccata dal razzo umano Usain Bolt nei 100 metri. E «sono discendenti di campioni europei», dice Chen con orgoglio. Quando si dice «eccellenze europee». 
Non solo piccioni al forno. Nel 2013 il piccione più costoso battuto a un’asta della specializzata Pipa fu chiamato proprio Bolt. Aveva un anno. Un compratore (cinese naturalmente) lo soffiò a un parterre di concorrenti da 29 Paesi del mondo.

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