Corriere della Sera, 11 febbraio 2018
Vaccini, Lorenzin tira dritto: nessuna proroga
ROMA No alla proroga. La legge sull’obbligo vaccinale per l’ingresso a scuola tra 0 a 16 anni non può subire rallentamenti.
Ieri la ministra Beatrice Lorenzin ha ribadito l’ennesimo altolà: «Non ci saranno rinvii. Entro il 10 marzo bisognerà mettere in regola gli alunni iscritti alle scuole medie e superiori fino a sedici anni. I genitori che non lo faranno pagheranno sanzioni. Spero siano pochi perché mettono a rischio in modo serio la salute dei loro figli e dei compagni. Pensiamo a quelli che non possono fare la profilassi per motivi medici», ha affermato la ministra a Trieste durante la presentazione della lista di Civica popolare. La legge, ha aggiunto, prevede che «se c’è una prenotazione per il vaccino successiva al 10 marzo basta presentarne una copia». Diverso il discorso per i più piccoli, 0-6 anni: «Resta la pena dell’inammissibilità se non a posto con le profilassi».
Lo spunto per ribadire le scadenze è stato forse la lettera scritta a Lorenzin dal sindaco di Vicenza Achille Variati, Pd: «Ritengo che allontanare i minori nel corso dell’anno scolastico possa causare gravi ripercussioni sul loro futuro. Dovrebbero poter terminare l’anno scolastico senza interruzioni traumatiche di continuità educativa».
Per conoscenza il testo è stato inviato a Luca Zaia, governatore del Veneto, contrario alla coercizione e sostenitore del principio della «persuasione informata», in linea con la Lega. Il Pd invece ha sempre sostenuto in blocco l’obbligo. Variati non lo mette in discussione, ma ritiene prioritario il diritto all’istruzione e la tutela dei minori.
Diverso è l’atteggiamento della sindaca Virginia Raggi, Movimento 5 Stelle, esponente di un partito sfavorevole alle politiche di prevenzione del governo.
Il consiglio capitolino la scorsa settimana ha approvato una mozione dove rivendica la priorità della continuità didattica. In Trentino Alto Adige, Regione ostile ai vaccini specie nelle zone montane, centinaia di bimbi frequentano le lezioni senza lo scudo immunitario previsto dalla legge.
La denuncia è del presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi. In realtà mancano dati omogenei e definitivi di tutte le Regioni, il ministero li sta raccogliendo con le consuete difficoltà a far rispettare i tempi. Secondo le stime delle ultime settimane le coperture sarebbero risalite sensibilmente in tutta Italia per garantire la cosiddetta «immunità di gregge», che assicura anche ai bambini non vaccinati la protezione da malattie infettive pericolose e sottovalutate. A Roma l’adesione alle profilassi richieste è stata molto alta nei nati tra il 2015 e il 2017.