il Fatto Quotidiano, 12 febbraio 2018
Candidato massone, altro guaio per i 5Stelle. B. finge con Salvini, poi elogia l’amico Renzi
Pugno duro dei vertici del Movimento Cinque Stelle nei confronti di Lello Vitiello, candidato nel collegio uninominale di Castellammare di Stabia (Napoli) per la Camera dei deputati e – come ha rivelato il quotidiano Il Mattino – esponente della loggia massonica napoletana La Sfinge, che aderisce al Grande Oriente d’Italia.
Il Movimento ha chiesto all’avvocato di firmare un modulo con l’impegno a dimettersi in caso di elezione. Soluzione già adottata per Emanuele Dessì, Carlo Martelli e Andrea Cecconi. Lui ha rifiutato e verrà diffidato. Sostiene Vitiello: “Non sono più iscritto al Goi da un anno e certamente non lo ero al momento di essere candidato. Non remerò contro il Movimento ma non ho intenzione di ritirare la mia candidatura e vado avanti per la mia strada nella certezza di essere compreso da chi davvero mi conosce e crede in me”. Replica dei Cinque Stelle: “Essendosi rifiutato di rinunciare spontaneamente alla candidatura e all’elezione con il M5S, Vitiello viene diffidato dall’utilizzo del simbolo del M5S. Vitiello non può essere eletto con il M5S a causa della sua adesione in passato al Grande Oriente d’Italia e per non averlo comunicato al MoVimento 5 Stelle all’atto della candidatura dichiarando quindi il falso”.
Sempre ieri, Silvio Berlusconi è tornato in televisione a In Mezz’ora in più di Lucia Annunziata su Rai3.
Ha parlato subito dopo l’alleato Matteo Salvini e gli ha dato ragione sull’inesistente rischio deriva fascista dopo i fatti di Macerata e l’assalto armato agli immigrati di Luca Traini: “Sono sulla linea di Salvini: il fascismo morto e sepolto. Il gesto è stato di uno squilibrato. In Italia per colpa dei governi della sinistra non è stato fatto un controllo dell’immigrazione”.
Su Renzi, invece, rispetta il copione: deve considerarlo – perché lo è – un concorrente, ma non perde occasione per fargli dei complimenti. Il principale: si è sganciato dai “comunisti”.
Dice Berlusconi: “Renzi era l’uomo nuovo, dobbiamo dargli atto che oggi il Pd non è pensabile di comunismo, ma ha commesso troppi errori. Deve cambiare il nome del partito in socialdemcoratico,ma non possiamo fare un accordo con loro innanzitutto perché noi avremo i numeri per il governo e poi perché i partiti della sinistra hanno portato l’Italia ad una situazione più negativa”.
Chiude col solito colpo a sorpresa: “Abbiamo pronto per Carlo Cottarelli il ministero della spending review. Non so se ci dirà sì, gli daremo un posto di ministro per fare i tagli che lui aveva individuato ma che poi Renzi invece di tagliare, tagliò lui”.