Il Sole 24 Ore, 10 febbraio 2018
Una Ferrari con due anime
Ogni nuova Ferrari è battezzata con una denominazione inedita e prende le distanze da quella che sostituisce per tantissimi fattori. Ed è questo anche il caso della Portofino. Eredita il ruolo della California T rimanendo fedele al tema delle coupé-cabriolet, ma senza riproporne nulla e l’abbiamo provata sulle strade della Puglia. Infatti, è nuova da cima a fondo e si presenta con lineamenti che le permettono di interpretare al meglio sia il ruolo di perfetta Gt sia di vera cabriolet. Personalità che assume in appena 14” anche in movimento sino a 40 all’ora. Inoltre, la Portofino si avvantaggia di tecnologie inedite o ereditate dalle Rosse “tuttodietro” o da quelle spinte da un motore V12 anteriore ma, soprattutto, innalza l’asticella riguardante i fattori che hanno decretato il successo della stirpe della California: la più venduta nella storia della Ferrari. Ovvero, sia la versatilità generale sia il piacere della guida e le performances pure.
I 600 cv sviluppati dal suo V8 sovralimentato di 3,9 litri, che per la cronaca eroga 40 cv in più di quello della California T, e la massa ridimensionata di 80 kg rispetto a quella del modello che manda in pensione sono i principali fattori che imprimono alla Portofino un carattere capace di essere adeguatamente docile nell’uso normale, ma altrettanto incisivo quando si vogliono forzare i ritmi per assaporare il Dna prestazionale Ferrari. Emerge senza remore con la logica Sport del Manettino, che innalza notevolmente la soglia d’intervento dei dispositivi di controllo del dinamismo, e l’equilibrio e la precisione del comportamento consentono di sfruttare le straordinarie possibilità d’espressione del motore che si protraggono con impeto sino a 7.000 giri, accompagnate da una sinfonia che nell’arco dei regimi passa da baritonale ad acuta man mano che ci si avvicina ia più alti.
Il piacere di guidare la Portofino nonché di gustare quanto il comportamento combini l’affidabilità con l’agilità è dovuto alla stretta interazione uomo-macchina, impressa dalle qualità dello sterzo insieme all’efficace lavoro del differenziale elettronico e delle sospensioni a gestione elettronica, che però sono opzionali. Utilizzando la logica Confort nell’uso normale l’istintiva fruibilità è assecondata dalla straordinaria lineare erogazione del motore e dalla fluidità dei passaggi marcia della modalità Automatica del cambio a doppia frizione con sette marce.
I mutamenti di personalità non intaccano mai il confort, anche perché con la configurazione più sportiva della vettura quando si arriva sui fondi sconnessi si può disaccoppiare lo specifico set-up delle sospensioni per legarlo a quello della meno rigorosa sia per conservare un bel grip sia per superare gradualmente le irregolarità della strada.
Abbassando il tetto, specie impiegando l’opzionale wind deflector, nell’abitacolo al piacere che può generare il vento che accarezza la testa si unisce quello dovuto al bel sound emanato dal motore. L’ambiente, che posteriormente offre un’adeguata ospitalità solo a dei bambini, è un concentrato di raffinatezza e di cura per l’ergonomia. Infatti, l’arredamento è definito per porre sott’occhio e a portata di mano di chi guida strumenti, comandi e informazioni fornite dal sistema d’infotainment con display capacitivo da 10,25”. Inoltre, può anche coinvolgere il passeggero anteriore con il display touch emozionale da 8,8”, a richiesta, che riporta tantissime informazioni.