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 2018  febbraio 11 Domenica calendario

A PyeongChang Giochi da 2 miliardi di dollari

Per le “Olimpiadi della pace” il governo di Seul non ha lesinato sforzi economici. Se la cerimonia di apertura dei Giochi invernali 2018 lascia intravedere un possibile riavvicinamento tra le due Coree (anche ieri le tv coreane sovrapponevano i collegamenti con le nevi, piuttosto scarse per la verità, di PyeongChang con le parate militari di Pyongyang, capitale della Corea del nord), meno incerto è l’impatto ecnomico che avrà la rassegna sulla regione. Anche se non mancano contraddizioni.
La Corea «unita»
La delegazione di 280 persone della Corea del Nord è arrivata al Sud grazie a una deroga alle sanzioni Onu con in aereo privato, e non della compagnia di bandiera nordcoreana. È guidata dal ministro dello Sport Kim Il-guk e conta 4 funzionari del Comitato olimpico nazionale, 229 cheerleader, già sopranominate l’Armata della bellezza, 26 specialisti di taekwondo, qui per una esibizione. Proprio «Casa Italia», la struttura del Coni che è diventata ormai un punto di riferimento per le manifestazioni olimpiche per atleti e sponsor, ha ospitato l’evento.
Gli atleti nordcoreani sono 23 e gli allenatori 5 e nella cerimonia hanno sfilato insieme ai colleghi del Sud sotto un’unica bandiera. E un’unica nazionale femminile di hockey su ghiaccio proverà a rinverdire il ricordo di un Paese unito. Nella delegazione c’è anche la giovane sorella del dittatore Kim che ha incontrato il presidente della Corea del Sud Moon Jae-in, dando luogo a u n momento molto singificativo nell’ottica del lungo cammino della riappacificazione.
Gli investimenti
Le gare invernali si disputano nella contea di PyeongChang dove abitano 34mila persone (nella città di Seul ce ne sono 12 milioni) a soli 70 chilometri dal confine, PyeongChang – la “c” maiuscola è stata imposta dai guru del marketing per evitare confusioni con Pyongyang, la capitale del Nord – è una delle aree più militarizzate al mondo. Un terzo dell’esercito della Corea Sud, in totale 600 mila soldati, è di stanza qui, dove quasi tutti i ragazzi svolgono una parte della leva obbligatoria di due anni. La regione di Gangwon è anche la più povera del paese, con inverni rigidi e colline fredde e brulle. Finora c’erano soprattutto zone minate, torrette e carri armati.
Per le Olimpiadi il governo ha speso però 13 miliardi di dollari. Ora ci arriva un treno ad alta velocità dalla Capitale (per il percorso occorrono due ore ed è collegato all’areoporto), c’è un’autostrada, con 97 tunnel e 78 ponti. E si spera che il post Olimpiadi (ottenute dopo due candidature andate a vuoto) serva a far sviluppare stazioni sciistiche. Il punto più alto dei monti Taebaek, la vetta del Seorak, è a 1708 metri. La stazione collinare di Alpensia che, oltre al villaggio atleti (costato 165 milioni di dollari), accoglie le piste di sci, fondo e biathlon, i trampolini per il salto, il budello ghiacciato per bob, skeleton e slittino e lo stadio per le cerimonie di apertura e chiusura, una struttura temporanea priva di copertura, che dopo i Giochi sarà smantellata. Il costo stimato è di 107 milioni di dollari.. Bob, slittino e skeleton si disputeranno all’Alpensia Sliding Centre costata 114,5 milioni di dollari per due terzi pagati dal governo nazionale e per un terzo dal governo locale. L’Arena del ghiaccio di Gangneung teatro del pattinaggio di figura e dello short track è costata invece 123 milioni di dollari. La spesa per il Centro di hockey di Gangneung ha sfiorato 100 milioni di dollari e quella per il Centro hockey di Kwandong hockeyi 60. L’ovale di Gangneung per il pattinaggio di velocità è costato 116,5 milioni di dollari.
Un discorso a parte merita l’Arena alpina di Jeongseon per le prove di sci alpino di velocità. Per le piste e i lavori di adattamento del pendio sono stati investiti quasi 200 milioni di dollari e sono stati abbattuti 23 ettari (inizialmente avrebbero dovuto essere 33) di foresta vergine. Le polemiche degli ambientalisti ha convinto il comitato organizzatore a tornare sui propri passi alla fine dei Giochi olimpici e paralimpici l’area sarà riforestata e più di mille alberi saranno trapiantati nella loro antica dimora sacra, legata alla dinastia dei Chosun. La stazione sciistica sul Monte Gariwang, inaugurata il 22 gennaio 2016, cesserà di esistere a due anni di vita. Per costruire i 12 impianti di gara sono stati spesi circa 900 milioni di dollari, costi che raddoppiano considerando le strutture connesse all’evento.