Corriere della Sera, 10 febbraio 2018
Amazon sfida le Poste americane e dà inizio alla consegna porta a porta
La posta in gioco è così alta che colossi come Ups e FedEx, una volta diffusa la notizia, sono crollati in Borsa. Amazon non vuole solo vendere online tutto quello che c’è in commercio, ma quel tutto lo vuole anche consegnare direttamente riducendo la dipendenza dai corrieri e operatori storici come Ups e FedEx.
Si chiama «Shipping with Amazon» (Swa) il servizio che Jeff Bezos è pronto a lanciare già nelle prossime settimane, partendo da Los Angeles per poi proseguire nelle altre principali città degli Stati Uniti entro il 2018. Swa è già stato testato a Londra e ora, secondo le indiscrezioni del Wall Street Journal, partirà ufficialmente in America in una versione dedicata per ora solo alle aziende. Amazon infatti già effettua consegne degli ordini ricevuti in almeno 37 città americane ma il piano ora è quello di prelevare la merce dai magazzini e portarla ai clienti sfidando i giganti delle spedizioni sul fronte dei prezzi. Quello della logistica è un tassello su cui Jeff Bezos insiste già da tempo, più di preciso dal 2013 quando durante la stagione natalizia le spedizioni non tennero il passo degli ordini fatti online. Da allora Amazon ha cominciato a costruire la sua rete logistica fino ad arrivare a disporre di depositi e furgoni, droni e circa 40 aerei in leasing per il programma «Prime» di consegna rapida. Una strategia di potenziamento della propria capacità logistica per affrontare in maniera adeguata i periodi di picco di consegne, ma non solo. Il sito di e-commerce spende più di 11,5 miliardi di dollari l’anno per le spedizioni. Riportarle sotto il proprio controllo, significherebbe per Bezos risparmiare circa un miliardo di dollari l’anno, circa 3 dollari in meno a pacco rispetto ai 7,81 via Ups e FedEx (secondo un’analisi del 2015 di Citigroup).
Resta da vedere se Amazon sarà in grado di effettuare consegne su larga scala. Farlo con successo richiede infatti una rete distributiva enorme: solo quest’anno Ups intende spendere fino a sette miliardi di dollari per migliorare la sua. Soldi che, a Bezos, non mancano di certo. Appena un anno fa l’acquisto per 13,5 miliardi di dollari di Whole Foods, catena di supermercati bio con cui è entrato nel business del retail tradizionale. Ma gli investimenti di Amazon vanno ormai dal cloud-computing alla sanità fino ad arrivare a Hollywood. Ora la logistica, che con l’ingresso di Amazon rischia di cambiare completamente il modello di business. Preoccupazioni, tra gli operatori di settore, non mancano. Da qui i crolli di Borsa registrati ieri da Ups e Fedex in apertura di Wall Street (3,8% e 1,5%). «Perché quando Amazon fa una cosa – spiega Carlo Alberto Carnevale Maffè, esperto di Business Strategy – non la imita, la reinventa sempre spostando l’asticella verso l’alto e tu, vecchio operatore, sei costretto poi ad adeguarti».
In Italia Amazon ha fatto accordi anche con Poste italiane che con questa partnership è riuscita a consegnare a dicembre volumi tre volte superiori rispetto a quelli del dicembre 2016. Come ha confermato l’amministratore delegato di Poste Matteo Del Fante, che non ha nascosto però anche qualche preoccupazione. I timori, insomma, non mancano, soprattutto perché se c’è qualcosa che Amazon sa fare bene è creare nuovi livelli di servizio. «Siamo sempre impegnati nell’innovazione e nella sperimentazione per i clienti e per le aziende che vendono e crescono su Amazon, per creare opzioni di consegna più veloci e a costi più bassi» ha fatto sapere l’azienda ieri senza confermare o meno la notizia. Nel frattempo, negli Stati Uniti, sono partite le consegne entro due ore offerte gratuitamente agli iscritti al servizio «Prime» che fanno acquisti su Whole Foods. «I clienti ci saranno fedeli fino al momento in cui un concorrente offrirà un servizio migliore» ha detto anni fa mr Amazon. Lo diceva a se stesso ma forse anche agli altri.
COSE BUONE PER ANTEPRIMA