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 2018  febbraio 08 Giovedì calendario

I vecchi maltrattati

COSE BUONE PER ANTEPRIMA
  Quanto vale la vita di un vecchio? Niente, vale niente. È un peso. Loro, gli anziani, mica sono produttivi, non come oggi s’intende. E soprattutto non consumano il giusto, spesso c’hanno questa fissa del risparmio e non gliene frega (...) :::segue dalla prima ANDREA SCAGLIA (...) un cazzo del nuovo iPhone e di Facebook. Devono persino esser curati, magari hanno lavorato una vita oppure tirato su figli e nipoti, e adesso addirittura pretendono di ricevere qualcosa in cambio dai familiari e dallo Stato (figurati…). Un tempo la loro esperienza era tenuta in considerazione, ma oggi, dài, oggi c’è internet. E allora che crepino, ’sti vegliardi. E se li ammazzano, bastano poche righe in cronaca. Che nessuno gridi all’emergenza anzianicidio: non fa audience, non accende dibattiti. Basta con ’sti vecchi. L’hanno trovata con i polsi legati, in stato di semincoscienza, nella casetta di Arquato Scrivia, provincia di Alessandria. Igina Fabbri aveva 71 anni. Quando è arrivata l’ambulanza era ancora viva, ma in stato di ipotermia. È spirata in ospedale. La dinamica è ancora tutta da capire. Forse una rapina, forse qualche altra storiaccia. Chi l’ha lasciata così non ha avuto pietà. Igina è morta di freddo. (7 febbraio 2018) Antonio Lizzi, 70 anni, era in pensione. Non si faceva sentire da giorni. Un parente è andato a casa sua – a Monteodorino, provincia di Chieti – per capire che cosa fosse successo. Ha suonato, poi bussato: nessuna risposta. L’ha trovato per terra, una corda intorno ai fianchi forse per simulare un suicidio. Vedovo, due figli. In paese tutti lo ricordano come una persona tranquilla. (5 febbraio 2018) CIFRE DA SCANDALO Non passa giorno senza che emerga un’intollerabile vicenda di maltrattamenti ai danni di anziani. Case di riposo che si trasformano in luoghi di tortura. Botte e insulti che proseguono per mesi, a volte per anni, e chissà com’è ma anche i parenti si dimostrano a volte oltremodo distratti. Altrimenti dove lo metto, il nonno? Chi ce lo tiene? L’impressionante statistica parla di circa 37 milioni di anziani che, nella civilissima Europa, hanno subito una qualche forma di abuso. Per quanto riguarda l’Italia, le cifre sono state fornite durante un convegno organizzato dalla Società di Gerontologia e Geriatria e dalla Conferenza Episcopale: 600mila subiscono truffe finanziarie, 400mila vengono maltrattati fisicamente, 100mila (centomila!) sono oggetto di abusi sessuali. E però le grandi cifre quasi stemperano la realtà raffreddandola e rendendola digeribile, un dato da tabella. Poi leggi le storie di quelli trucidati per pochi euro, e ti dà il senso di quel che davvero accade. Tanto sono vecchi, mica possono reagire. E a chi vuoi che se ne importi. La vita di quegli anziani come fosse un bancomat. Malati terminali, li prelevava con l’ambulanza dall’ospedale di Biancavilla (Catania) per portarli a casa, e durante il tragitto li uccideva, iniettando loro aria nelle vene. Per poi offrire ai parenti i servizi a pagamento di onoranze funebri. Sono tre gli omicidi volontari contestati a Davide Garofalo, barelliere di 42 anni. Nel fascicolo dell’inchiesta compaiono i nomi di altri due barellieri, sospettati di reati simili compiuti su altre ambulanze. (21 dicembre 2017) Quei due balordi di paese, 22 e 23 anni, l’avevano già puntato. Sapevano che Vincenzo Rizzo, 70 anni, ogni mese incassava una piccola pensione. Così l’hanno avvicinato nella piazza di Grammichele, in provincia di Catania. L’hanno costretto con la forza a rientare in casa. Volevano i soldi. E giù botte, pugni, calci, insulti. Più lui gridava e implorava, più loro lo massacravano. Ma non c’era denaro, in casa. Il pensionato è rimasto in coma per qualche settimana. Adesso è morto. (24 giugno 2017) Anna Carla Arecco, 86 anni, viveva tranquilla nel suo appartamento di Genova, benvoluta da tutti. Pierluigi Bonfiglio, 34 anni, stava nella casa di fianco. Disoccupato, era tornato dalla madre dopo essersi separato. Un perdigiorno, perdipiù con problemi di cocaina. Aveva bisogno di soldi. È entrato in casa della signora, le ha dato una botta in testa uccidendola, ha rubato tre anelli e quaranta euro. Poi ha preso il cadavere, se l’è portato in casa e l’ha nascosto sotto il letto. Ha vissuto così, normalmente, per tre giorni. Fino a quando sua madre l’ha scoperto facendo le pulizie. (2 maggio 2017) SOLO UNA SECCATURA Presi di mira. Umiliati. Le loro esistenze tenute in nessun conto. Ora siamo in campagna elettorale, le promesse si sprecano, tanto costano nulla. Poi, regolarmente, sono le pensioni a essere decurtate per far cassa. La civiltà di una comunità si misura in base a come tratta i suoi vecchi. E noi i nostri li consideriamo una seccatura. Un problema da eliminare. È uscito dal bar a Cinisello Balsamo, periferia di Milano. Ha visto quel vecchio procedere con le stampelle, faticosamente. Gli si è avvicinato con aria da bullo, lui 39enne sfaccendato, un matrimonio fallito alle spalle. L’ha colpito con uno schiaffone. Così, senza motivo. Il pensionato – 78 anni, una vita a guadagnarsi da vivere facendo l’imbianchino – è caduto, sbattendo violentemente la testa. È morto dopo otto giorni di agonia. L’aggressore non è neanche finito in cella: si temeva compiesse atti di autolesionismo. (7 luglio 2017) Giuseppe Dibello se ne stava lì, sulla scogliera. Lui 77enne, assieme all’amico Gesumino, 75. Passeggiavano, chiacchieravano davanti all’amato mare di Puglia. I due ragazzotti, uno di 15 e l’altro di 17 anni, passavano di lì, ciondolavano in giro. Uno di loro, quello più grande, li ha visti davanti alla scogliera. Si è avvicinato e li ha spinti giù. Senza ragione. Uno scherzo a quei due inutili vecchietti. Giuseppe ha sbattuto contro gli scogli ed è morto, Gesumino si è salvato. Il ragazzo è stato condannato: solo tre anni di messa in prova in una comunità vicino a Monopoli. (23 ottobre 2017) E questi sono pochi, pochissimi esempi. Che orrore.