La Stampa, 9 febbraio 2018
Bella copia (bis)
La notizia che il programma dei Cinque Stelle è ampiamente copincollato da giornali, economisti, lavori del Pd e siti vari è stata presto archiviata. Ma non è un problema, i problemi sono ben altri, e per ben altre colpe: lo dicono tutti. Viene in mente un giornalista di provincia del secolo scorso che in un archivio custodiva articoli catalogati così: incidente stradale con morti, incidente stradale con feriti, rapina in banca eccetera. Secondo necessità estraeva l’articolo adatto, riempiva gli spazi bianchi e lo mandava in stampa. Almeno copiava se stesso. E poi, diceva, era quanto si meritasse un giornale che non aveva saputo intuire e valorizzare il Truman Capote che c’era in lui, e se volevano un impiegato lui gli dava l’impiegato. La colpa, insomma, non era sua. La notizia perfetta è di ieri: un uomo, accusato di omicidio preterintenzionale della convivente (traduzione, la riempiva di botte), è stato scarcerato perché, secondo il tribunale, il giudice ha convalidato l’arresto limitandosi a ripetere le valutazioni della procura (traduzione, ha copincollato la richiesta del pm). Il giudice, che difende il suo lavoro, si chiama Angelo Mascolo e qualcuno lo ricorderà perché nel marzo del 2017 superò un’auto da cui poi fu lungamente inseguito. Se avessi avuto una pistola, disse Mascolo, avrei sparato. Quindi «d’ora in poi sarò armato perché lo Stato non c’è». Chissà se oggi, dopo la scarcerazione del sospetto assassino, Mascolo ripeterebbe che lo Stato non c’è, per una volta che non significa la colpa è degli altri, ma la colpa è mia.