ItaliaOggi, 8 febbraio 2018
Diritto & Rovescio
Se il capitano di fregata Gregorio De Falco fosse stato un uomo di buone maniere e, sia pure agendo per le spicce, avesse gridato, via radio, a Francesco Schettino, comandante della nave da crociera Costa Concordia, naufragata al largo dell’Isola del Giglio provocando la morte dei 35 persone: «Comandante Schettino, le ingiungo di tornare a bordo immediatamente», avrebbe fatto il suo dovere fino in fondo ma non si sarebbe imposto all’attenzione del mondo intero, diventando così prima un eroe e poi guadagnandosi, adesso, persino la candidatura al parlamento italiano nelle fila dei cinquestelle. De Falco, quella notte, urlò una parolaccia. Efficace, diretta, rotonda, ineludibile. Disse: «Comandante Schettino, torni immediatamente a bordo, cazzo!». È quel «cazzo» che lo ha fatto decollare anche se è una parola di routine, a portata delle adolescenti. Ma che, pronunciata nel pieno di una tragedia, è rimbombata come se fosse una voce divina. Un tuono. De Falco, successivamente, deve essersi spesso ripetuto: «Grazie, cazzo!».