il Fatto Quotidiano, 8 febbraio 2018
Tesco , 4 miliardi alle donne per decenni di sotto-paghe
La rivolta delle donne per la parità stavolta colpisce Tesco e colpisce dove fa più male: il portafoglio. Il colosso britannico dei supermercati – 460 mila impiegati, quasi 7000 punti vendita nel mondo – rischia di dover pagare fino a 4 miliardi di sterline in compensazioni per discriminazione salariale. A presentare reclamo, tramite Leigh Day, studio legale specializzato in casi simili, sono 100 commesse: sostengono di guadagnare fino a 3 sterline l’ora meno dei colleghi magazzinieri. Di base, gli addetti al negozio prendono da 7,52 a 8 sterline l’ora, mentre quelli del magazzino, a seconda dell’anzianità e del tipo di turno, da 8,50 a 11 l’ora. È una differenza di quasi 5.000 sterline l’anno, su stipendi medi che vanno dai 13 mila ai 16 mila l’anno. E il sospetto della discriminazione di genere è fondato, visto che quasi tutte le impiegate lavorano in negozio, non in magazzino. Ripartizione tradizionale dei ruoli? Le commesse non ci stanno, sostengono che le mansioni sono diverse ma il loro valore equivalente e, a parità di lavoro, pretendono parità di stipendio e gli arretrati degli ultimi sei anni, come previsto dalla legge britannica: 20 mila sterline ciascuno, per quasi 200 mila lavoratori.
Se un tribunale dovesse giudicare il reclamo fondato, sarebbe una delle compensazioni salariali più costose della storia e un clamoroso precedente, in un Paese che con il pay gap, la discriminazione salariale di genere, deve ancora fare i conti anche ai livelli professionali più alti. È in difficoltà perfino la Bbc, dopo la denuncia, da parte di giornaliste, presentatrici e produttrici, di differenze di stipendio imbarazzanti e ingiustificate con vicini di scrivania dalle mansioni identiche, ma con l’unico merito di essere maschi.
E non è un caso che proprio la Bbc abbia raccontato per prima la vicenda, con interviste a due delle impiegate coinvolte nel reclamo, che hanno avuto il coraggio di metterci la faccia. Come Kim Element, 56 anni, 23 da commessa per Tesco, che ha aderito all’azione legale dopo che le era stato ridotto lo stipendio, mentre quello dei magazzinieri nel turno di domenica restava doppio. Per ora, gli avvocati hanno chiesto gli arretrati tramite il servizio di conciliazione, ma casi analoghi che coinvolgono altri grandi distributori, anche se con numeri molto inferiori, sono arrivati di fronte al giudice del lavoro. Tesco ha dichiarato di non aver ricevuto comunicazione ufficiale del reclamo, ma ha annunciato che valuterà eventuali modifiche alle retribuzioni. Siamo andati a mettere il naso in alcuni punti vendita Tesco: risposte a mezza bocca, nessun commento, l’arrivo quasi immediato del manager che avverte: devi mandare una email all’ufficio, lo staff non può parlare in negozio. Però Aisha sta per staccare, si ferma a parlare. Dimostra una quarantina d’anni. “Farai reclamo?”. Si volta di scatto: “You bet I will”. Ci puoi scommettere.