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 2018  febbraio 09 Venerdì calendario

Il sistema moda verso il traguardo dei 90 miliardi

In attesa che la GroKo, la grande coalizione che dovrebbe governare la Germania, diventi realtà (non sono mancati i toni trionfalistici, manca invece l’approvazione interna dei partiti), c’è una squadra altrettanto variegata che ha preso forma da almeno un anno e che ha già raggiunto traguardi importanti. Parliamo di una “grosse koalition” tutta italiana, quella che unisce i tanti settori del sistema moda: abbigliamento, calzature, pelle, pelletteria, ma anche gioielli, bigiotteria, cosmesi e occhiali. Nel 2017 (si veda il grafico accanto) il fatturato complessivo è cresciuto del 2,8% sul2016 a oltre 87 miliardi, con un export di 65,8 miliardi, in aumento del 6% e pari a oltre il 65% della produzione totale.
C’è poi un’altra alleanza sempre più chiara: non franco-tedesca, come quella che vorrebbero Martin Schulz e (forse) Angela Merkel, bensì franco-italiana. Lo aveva auspicato il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, in occasione del forum economico organizzato a Roma da Confindustria alla fine di gennaio. «Dovremmo costruire un polo della moda tra Parigi, Milano e Firenze», aveva detto. Con alcune precisazioni, è tornato sul tema Carlo Capasa, presidente della Camera della moda, che ieri ha presentato Milano moda donna, la fashion week dedicata alle collezioni femminili per l’autunno-inverno 2018-19, che si terrà a Milano da martedì 19 a lunedì 26 febbraio. «Insieme a Parigi, siamo il riferimento mondiale, “the place to be”, come dicono gli americani. Nelle ultime tornate Milano è sembrata a tutti il punto di riferimento per capire dove sta andando il fashion system globale – ha detto Capasa –. Non parlo solo di tendenze dalle passerelle, ma di sostenibilità, costruzione del futuro attraverso i talenti emergenti e capacità di raccontare la moda, che è sempre stata uno strumento per comprendere l’evoluzione delle società».
Se il sistema moda allargato è cresciuto del 2,8%, contro l’1,5% stimato per il Pil italiano, lo si deve anche a una comunanza di intenti che per molti, troppi, anni è stata una chimera. «Si parla sempre, giustamente, di fare squadra. Purtroppo non sempre alle parole seguono fatti – ha sottolineato Cristina Tajani, assessore con delega alla Moda del Comune di Milano –. Per questo è importante dire che il successo delle ultime fashion week è frutto di una continuità di impegno e dialogo tra istituzioni e associazioni del settore. Mi riferisco al Comune, al ministro dello Sviluppo economico e all’Ice. Gli interlocutori sono stati la Camera della moda e le associazioni di settore e gli organizzatori di fiere, compreso naturalmente, a Firenze, Pitti Immagine».
Il risultato «dell’impegno e dialogo» citato da Cristina Tajani è stato, in settembre, Milano XL: sfilate e presentazioni si sono svolte in parallelo a fiere di settore ed eventi aperti alla città. Nell’imminente tornata lo sforzo sarà analogo: alle 64 sfilate e 95 presentazioni si aggiungono manifestazioni come Mipel, Micam, Super,White e theOne. Si conferma inoltre lo sforzo per offrire occasioni speciali ai milanesi, ai turisti e agli operatori della moda che vogliano aggiungere qualcosa di “laterale” agli incontri e impegni di business.
«Il 22 gennaio si apre a Palazzo Reale, dove Caravaggio ha appena battuto ogni record di presenze, Italiana. L’Italia vista dalla moda 1971-2001, una mostra curata da Maria Luisa Frisa e Stefano Tonchi – ha ricordato Carlo Capasa –. È un modo per festeggiare i 60 anni della Camera della moda, che ha organizzato e prodotto la mostra, ma soprattutto per raccontare l’unicità del made in Italy, dal tessile alle passerelle. Non dimentichiamolo mai: siamo l’unico Paese ad avere una filiera del tessile-moda completa e di qualità e siamo i primi produttori di alta gamma al mondo. I numeri del 2017 valgono mille discorsi: la nostra è la seconda industria dell’economia italiana e ha un ruolo fondamentale per l’immagine del Paese nel mondo».
Last but not least, con altrettantogiustificato orgoglio, Capasa ha parlato del ruolo da apripista che le fashion week di Milano e la Camera della moda hanno avuto nel portare all’attenzione di tutti la sostenibilità ambientale e sociale, il sostegno ai giovani, linfa vitale e futuro del sistema, italiano e non solo.