Libero, 8 febbraio 2018
Gli scarti della serie A si riciclano in Spagna
Seppur accomunate dalla latitudine, dal clima, da un idioma parecchio simile e da una evidente passione per la mondanità, non è un segreto che Italia e Spagna concepiscano il calcio in maniera opposta. Antitetica. Per questo, a un certo Dna di tecnici e giocatori corrisponde una certa capacità di incidere nell’uno o nell’altro sistema. Senza interscambio. I calciatori in grado di fare bene sia in Serie A che in Liga si contano sulle dita di una mano, e quasi tutti sono ascrivibili alla categoria dei fenomeni (Ronaldo, Zidane etc). I presunti tali, invece, sono ancora ben impressi nella mente dei malcapitati tifosi delle squadre che li hanno ingaggiati (Mendieta e De La Pena alla Lazio, Torres al Milan, Bojan alla Roma alcuni dei più recenti). Stesso discorso per i tecnici (Capello, Ancelotti), a fronte di fallimenti anche rumorosi (Sacchi, Prandelli, De Biasi, Ranieri). E che dire della parentesi romana di Luis Enrique, cacciato a furor di popolo prima di andare a vincere qualsiasi cosa col Barcellona. Le eccezioni, però, sono il sale della vita. E così ci sono stati e ci sono tutt’ora spagnoli più adatti all’Italia che alla madrepatria (Borja Valero, Reina, Callejon) e italiani adottati dalla Spagna (Maresca, Panucci, Carboni).
In generale, però, vale la regola dell’incompatibilità tecnico-tattica. E lo si vede bene in questo 2017/18, con diversi flop della Serie A rinati in Liga. Zaza (16 gol in un anno solare) e Kondogbia (23 presenze e 3 gol in stagione) al Valencia sono devastanti; Pazzini al Levante (dopo metà stagione da riserva nel Verona) ha segnato 1 gol in 13’ giocati nel 2-2 contro un certo Real Madrid; José Angel, scaricato dalla Roma, è oggi capo-assist della Liga nell’Eibar (7, uno più di Jordi Alba). E che dire di Christian Stuani, da meteora della Reggina a bomber del Girona (12 gol in stagione). L’Alaves, invece, ha in rosa un Rodrigo Ely titolarissimo e un vivace Bojan Krkic. All’Espanyol, invece, fanno bella figura due tremendi ricordi del Milan: Di dac Vilà e Diego Lopez (titolare nelle ultime 4). Spera di fare lo stesso pure Carlos Sanchez, appena arrivato dalla Fiorentina. L’altro ex viola Tellohamessoasegno6gole4 assist al Betis, dove il gioiello romanista Sanabria contava 7 gol in 12 partite, prima di infortunarsi al ginocchio. Di Vitorino Antunes, invece, a Roma non si ricorda quasi nessuno, ma a Getafe è il terzino sinistro titolare (22 presenze, 2 assist). Al Deportivo il nuovo allenatore Seedorf troverà Guilherme in mediana, in prestito dall’Udinese, mentre col Villareal hanno iniziato una nuova vita Bonera (11 volte titolare) e Bacca (già 10 gol), assieme a Sansone e Soriano che però Samp e Sassuolo avrebbero tenuto volentieri.
La Capitale dei redivivi è però Siviglia, non solo con Montella in panchina, ma pure con Simon Kjaer (altro ex Roma)eEverBanega(4gole5 assist) a fare la voce grossa insieme a Vazquez (2 gol, 5 assist), Correa (5 gol, 5 assist) e Muriel (7 gol, 2 assist). Un’isola felice, perfetta per far rinascere quei calciatori che i club di Serie A manderebbero sì in Spagna, ma in pellegrinaggio a Santiago di Compostela.