la Repubblica, 9 febbraio 2018
L’amaca
Salvini che parla della Costituzione è come se io parlassi di baseball. Non è il mio ramo. Quando poi dice che “il dettato di Maometto” è in conflitto con la Carta, apre le porte (già spalancate) alla confusione più totale: è la confusione, sapete, quella che i sondaggi danno largamente in testa.
Il Corano, effettivamente, precede di molti secoli il lavoro dei Padri costituenti. Alcune cose non corrispondono, nei due scritti. Nemmeno la Bibbia, del resto, ha parentela con le nostre leggi e i nostri costumi. È tutta un accavallarsi di occhio per occhio dente per dente, maledizioni, distruzioni, anatemi, piaghe e punizioni.
Il diritto moderno se ne discosta parecchio. Perfino un leghista, leggendola, penserebbe: “Però è stata un’esagerazione, distruggere Sodoma e Gomorra”. Eppure qualcuno (per esempio la destra americana, salviniana a sua insaputa) vorrebbe recuperarne alcuni dei capitoli più appassionanti: per esempio la Genesi, per sprofondare Darwin all’inferno. Ma nessuno è così matto, o così scemo, da voler negare ai cristiani (che sono un miliardo e mezzo e in maggioranza credono in Darwin) il diritto di andare in chiesa. Per l’Islam, è uguale: non mancano gli islamici nemici delle nostre leggi.
Ma in larga maggioranza sono contemporanei, vivono in pace e vorrebbero pregare in pace. Impedire loro di farlo equivale a spingerli tra le braccia degli imam fanatici. Capirlo è semplice: non serve neanche leggere la Costituzione.