la Repubblica, 9 febbraio 2018
L’indipendentismo catalano ha la sua nuova Puigdemont
È il momento di Elsa, la nuova stella dell’indipendentismo catalano. Mentre proseguono le trattative tra i partiti per un compromesso che individui un ruolo, più o meno simbolico, per l’ex presidente della Catalogna in esilio a Bruxelles, nei corridoi del Parlamento regionale alla Ciudadela sono tutti convinti che il prossimo brand del governo filo-secessionista saranno il casco biondo e gli occhiali rossi da miope di Elsa Artadi. Una “niña bien” (ragazza di buona famiglia) con dottorato in Economia negli Stati Uniti, Harvard, e un curriculum nel quale – prima di arrivare nel dipartimento economia della Generalitat catalana, sei anni fa – annovera cinque anni da docente alla Bocconi di Milano e la Banca mondiale. 41 anni, fidanzata con un fiscalista, Heribert Padrol, che fu deputato nazionale di Convergència i Uniò, il vecchio partito centrista del nazionalismo catalano, Elsa discende da una importante e ricca famiglia di economisti e imprenditori di Sitges, preziosa località sul mare 40 km a sud di Barcellona. La sua carriera politica inizia negli anni di Artur Mas, presidente della Catalogna dal 2010 al 2016, quando il consellers all’economia Andreu Mas-Colell la chiama per rinnovare la sua squadra di consulenti. Inizia come direttrice del dipartimento Lotterie e tributi dove s’inventa la famosa “Grossa”, la prima lotteria di Capodanno promossa e gestita dalla Generalitat. Con l’arrivo al governo di Puigdemont, due anni fa, la sua egemonia crebbe finché non diventò la direttrice della campagna di Junts per Catalunya, la lista del presidente estromesso con l’applicazione dell’articolo 155, alle elezioni del dicembre scorso. La battaglia vinta nel fronte indipendentista ha catapultato Elsa al centro della scena. Di Puigdemont Elsa è oggi considerata la musa, il braccio destro, la stratega, che a Barcellona tira le fila di una nuova stagione di guerriglia contro la Spagna e contro Mariano Rajoy per riconfermare, in qualche modo, il governo secessionista spazzato via alla fine di ottobre dell’anno scorso da Madrid. E come fedelissima dell’ex presidente in esilio, quella che i giornali in Spagna definiscono ora «una principessa ribelle», e si stupiscono del contrasto tra la sua brillante carriera internazionale e il suo appassionato nazionalismo, sembra destinata a pilotare il prossimo futuro a Barcellona. Elsa ama fare yoga e le scarpinate sui Pirenei. Dipinge acquarelli che invia per regalo come cartoline ai suoi amici mentre, dagli anni americani, ha conservato l’abitudine di festeggiare, cucinando il tacchino in famiglia, il Thanksgiving, ogni quarto giovedì di novembre.
Per amici e avversari, Artadi ha un carattere “prepotente”, è energica e ambiziosa, tanto da diventare da “guru” economico della Generalitat, negli ultimi anni di Mas, la «nuova zarina politica» del nazionalismo. Ora bisognerà attendere la fine dei negozianti tra Esquerra republicana, la Cup, e i talebani di Puigdemont, per capire se riusciranno a partorire un governo che riesca a inventare un ruolo per l’ex presidente in esilio e per la sua musa indipendentista a Barcellona.