Corriere della Sera, 9 febbraio 2018
Expo Dubai, già pronte 800 aziende. «Un’occasione per l’export italiano»
«L’Expo Dubai 2020 sarà una vetrina straordinaria per il sapere italiano e il meglio del made in Italy. Non possiamo farci scappare un’area strategica, in forte sviluppo, visto che i Paesi del Golfo stanno accelerando la diversificando delle loro economie dal petrolio», sostiene Paolo Glisenti, commissario generale per l’Italia. E fornisce un numero sorprendente: «A oggi quasi 800 imprese italiane si sono già registrate sulla piattaforma per commesse di beni e servizi. Non solo le grandi aziende, ma soprattutto le piccole e medie (il 70%)», dice il manager ricordando che il Mise prevede un aumento tra i 4 e il 5% dell’export italiano verso la Regione nel 2018.
I numeri? All’Expo di Dubai, che si svolgerà dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021, sono attesi 25 milioni di visitatori, per il 70% provenienti al di fuori dell’area araba, soprattutto millennial che avranno tra i 35 e i 40 anni. Il sito, due volte e mezzo l’area scelta da Milano a Expo 2015, sorgerà vicino al nuovo areoporto internazionale in costruzione, e alla fine dell’evento diventerà una nuova zona franca. Se Milano aveva dedicato la sua esposizione a «nutrire il pianeta, energia per la vita», Dubai raccoglie il testimone scegliendo come tema centrale la connessione delle menti per creare il futuro. Il titolo è «Connecting the minds, creating the future».
«La connessione tra le menti diventa una risorsa. E creatività, connessione e conoscenza saranno il filo conduttore della partecipazione italiana», afferma Glisenti. La sua idea? «Rappresentare la creatività come competenza che genera valore, come capitale umano e sociale, come elemento di innovazione». Spiega: «Creatività è capacità di collegare culture e saperi diversi, è innovazione della della diplomazia, in tutte le sue forme: economica, culturale, educativa e informale». E su questo fronte «l’Italia può giocare un ruolo fondamentale nell’area del Mediterraneo allargato». Anche grazie alla partecipazione chiesta a tutte le forze produttive. «Abbiamo un grande progetto di partenariato pubblico e privato, che punta a includere centri studi diplomatici e fondazioni culturali, centri di ricerca e poli di competenza 4.0, aziende di interior design e di design industriale, eccellenze del benessere, del cibo, e della cosmetica, industrie creative e culturali e patrimonio storico e artistico». Insomma, il meglio dell’Italia. Con l’obiettivo di trasformare i 3 anni che mancano all’appuntamento in «un fitto calendario di eventi collegati». Glisenti cita, tra gli altri, il programma della scuola digitale, Matera capitale europea della cultura, la celebrazione dei 500 anni della morte di Raffaello.