Corriere della Sera, 9 febbraio 2018
Ma l’ora legale serve o ci fa male ?
• Perché il tema dell’ora legale è tornato d’attualità a inizio febbraio?
La discussione sull’ora legale di solito avviene due volte all’anno: quando entra in vigore e quando si torna all’ora solare. Per il 2018 saranno rispettivamente il 25 marzo e il 28 ottobre. Ieri però l’Europarlamento ha deciso di chiedere alla Commissione europea di «avviare una valutazione completa» dell’attuale procedura e, se necessario, di «presentare una proposta per rivederla». La risoluzione è stata approvata con 384 voti favorevoli, 153 contrari e 12 astensioni.
• Perché è intervenuto il Parlamento europeo?
Alcuni deputati (la maggior parte di Nord, Centro ed Est Europa) avevano chiesto di «interrompere» la direttiva del 2000 che fissa l’ora legale. In pratica chiedevano di abolirla o di lasciare libero ogni Stato di decidere, sostenendo che «l’opinione pubblica è preoccupata per il cambiamento dell’orario due volte l’anno», e «numerosi studi non sono riusciti a giungere a conclusioni definitive, ma hanno segnalato l’esistenza di possibili effetti negativi sulla salute umana», spiega l’Europarlamento in una nota.
• Secondo gli esperti ci sono effettive minacce per la salute dal cambio dell’ora due volte all’anno?
«Gli effetti esistono ma sono limitati nel tempo. È più una scelta economica che un problema di salute. Però non si tratta solo di sensazioni di stanchezza, irritabilità e sonnolenza», spiega Luigi Ferini-Strambi, professore ordinario di neurologia all’Università Vita-Salute di Milano e direttore del Centro di medicina del sonno dell’ospedale San Raffaele. «Dati scientifici dimostrano che il giorno seguente all’introduzione dell’ora legale in primavera si verifica un aumento dell’ormone cortisolo e della pressione del sangue e c’è un incremento degli accessi per infarto negli ospedali».
• Quanto durano gli effetti negativi e chi ne risente di più?
«Gli effetti durano pochi giorni, da tre a cinque al massimo, poi ci si allinea al nuovo orario. I maggiori problemi li vediamo in bambini e anziani, ma il cambiamento dell’ora non viene vissuto da tutti nello stesso modo», aggiunge Ferini-Strambi. «Il vero guaio non è l’ora legale, ma il fatto che tutti dormiamo poco e male. Sarebbe meglio avere un’ora legale tutto l’anno che cambiare orario ogni sei mesi: più ore di luce fanno aumentare i livelli di serotonina che migliora umore e sonno».
• Se è più un problema economico che di salute, quali sono i benefici apportati al risparmio dall’ora legale?
«Grazie all’ora legale si può stimare un risparmio dello 0,2% all’anno del consumo elettrico. Sembra poco invece è un dato importante, pari in media a circa 100 milioni di euro all’anno risparmiati», chiarisce Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate, società rivolta allo sviluppo sostenibile.
• L’ora legale è ancora conveniente per l’ambiente e l’economia?
«L’ora legale venne introdotta definitivamente in Italia nel 1966, quando la maggior parte dei consumi elettrici delle famiglie era legata all’illuminazione», aggiunge Molteni. «Negli ultimi anni, come dimostrano i dati di Terna, la tendenza al risparmio di elettricità è in diminuzione perché molti d’estate hanno i condizionatori d’aria che assorbono molta energia. Per l’industria l’ora legale non comporta un risparmio significativo e nemmeno negli uffici, dove in molti casi la luce è sempre accesa e c’è l’aria condizionata. Il risparmio è dei cittadini, i quali però dovrebbero convincersi che accettare qualche piccolo disagio (dormire meno e peggio per qualche giorno) porta ad alcuni vantaggi economici e ambientali».
• Quindi dal punto di vista ambientale è bene mantenere l’ora legale?
«Nel 2017 con l’ora legale grazie ai minori consumi elettrici l’Italia ha evitato l’emissione di 320 mila tonnellate di CO2», conclude l’esperto di LifeGate. «Però si può ottenere di più, senza causare disagi alle persone, attraverso politiche più ambiziose e facili da mettere in atto. Per esempio favorendo l’efficienza delle apparecchiature elettriche e il risparmio energetico delle nostre abitazioni. Vorrei che il Parlamento europeo si occupasse di più di queste cose e meno dell’ora legale».