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 2018  febbraio 09 Venerdì calendario

La «maratoneta» Nancy Pelosi parla per otto ore in nome dei Dreamers

WASHINGTON Lo ha fatto notare lei stessa, con un sorriso, dopo 5 ore e 15 minuti di discorso: «Credo di aver battuto un record». Sono passate da poco le 15, nell’emiciclo della House of Representatives. Nancy Pelosi parlerà di «Dreamers», i figli dei migranti irregolari, fino alle 18 e 10, portando a termine l’intervento più lungo nella storia del Congresso americano, 8 ore e 5 minuti. Il primato risaliva al 1909, con la firma di un altro democratico, James Beauchamp Clark. 
Per uno dei paradossi della politica questa performance memorabile potrebbe essere associata a una sconfitta pesante: la leader parlamentare del Partito democratico ha spiegato perché, nella notte, voterà contro il compromesso bipartisan sul bilancio. Ma sia al Senato che alla Camera una parte decisiva dei democratici potrebbe dare il via libera.
Per Nancy Pelosi era importante segnare questa fase così confusa con una testimonianza netta, un’orazione civile, nel significato più classico del termine. Certamente non un esercizio di ostruzionismo, come quello di Wendy Davis, che nel 2013 parlò quasi undici ore nel Senato texano per impedire, riuscendovi, l’approvazione di restrizioni all’aborto. E neanche un manifesto ideologico, una tirata alla Fidel Castro. 
Anzi Nancy, 78 anni tra un mese, ha cominciato il suo «speech», in sordina, nell’aula deserta, alle 10 e 5 minuti. Il regolamento le consentiva, in quanto capo della minoranza, di superare il minuto concesso a tutti gli altri. È rimasta in piedi un tempo infinito, sui tacchi di 10 centimetri, allungando ogni tanto la mano verso una bottiglietta d’acqua e tamponando un leggero raffreddore con un fazzolettino di carta stretto in un pugno. 
Sul leggio una risma di carta, con i fogli che scorrevano via leggeri. «Coglierò questa occasione per parlare di giustizia sociale, dell’obbligo morale che tutti noi abbiamo nei confronti di questi patrioti». Sono i «Dreamers», circa 800 mila uomini e donne arrivati negli Stati Uniti quando erano bambini, al seguito dei genitori senza documenti in regola. Saranno protetti dalla deportazione fino al 4 marzo dalla legge «Daca», il «Deferred Action for Childhood Arrivals». 
Pelosi ha chiesto, ancora una volta, di inserire anche la sanatoria per i «Dreamers» nel provvedimento che rifinanzia il governo federale. Ha letto, una a una, circa 300 storie, come quella del «top gun» dell’Air Force, figlio di un pilota peruviano. 
Nancy D’Alessandro, nata a Baltimora da genitori italo americani, con un nonno molisano e l’altro abruzzese, sposata con Paul Pelosi, cinque figli, patrimonio di famiglia stimato sui 25 milioni di dollari, è stata la prima donna a occupare la carica di Speaker della Camera, dal 2007 al 2011. Un percorso liberal, da appassionata sostenitrice dell’aborto, dell’eutanasia, della ricerca genetica. Ma ieri a un certo punto ha spiazzato tutti: «Forse avrei bisogno del mio rosario, benedetto dal Papa». Ha citato brani dalla Bibbia, soffermandosi sulla Parabola del Buon Samaritano, nel Vangelo di Luca. «È stata usata tante volte per accogliere gli stranieri. I Samaritani non erano amici della persona che il buon Samaritano salvò. Ma quello era un uomo di giustizia».