Il Messaggero, 8 febbraio 2018
Trump, un colpo di vento scopre il trucco: il web lo deride per la finta capigliatura
NEW YORK Donald Trump dovrebbe tenere a mente il detto chi la fa l’aspetti. O almeno, avrebbe dovuto tenerlo a mente quando prendeva in giro i suoi rivali perché erano bassi, o sudavano, o erano troppo grassi. Se non fosse stato così cattivo nel descrivere il loro aspetto, e se non avesse ironizzato tanto sulla bellezza o meno delle giornaliste, forse ieri l’universo web sarebbe stato più comprensivo nei suoi confronti. Invece il presidente si è trovato esposto alla berlina, perchè un colpo di vento mentre saliva la scaletta di AirForce1 ha rivelato che sotto quella matassa cotonata di capelli biondissimi c’è una bella pelata. Il video e le foto di questo imbarazzante momento sono stati rilanciati su tutte le piattaforme social, accompagnati da commenti ironici, e spesso cattivi. I giornalisti si sono chiesti se era corretto rimandare l’immagine che esponeva il presidente al ridicolo, e per tutti ha risposto Jonathan Chait, il noto giornalista della rivista New York: «Trump è ossessionato dall’aspetto fisico. E spesso usa l’aspetto degli altri come un’arma. Quindi è corretto ridere di lui quando il suo imbroglio è rivelato».
L’IMBROGLIO
Imbroglio perché il presidente da decenni insiste di non essere calvo e assicura che la sua chioma è naturalmente folta, e durante i comizi ha invitato il pubblico a toccargli l’onda che gli cade sulla fonte, per dimostrare che non si trattava di un parrucchino. Ma di recente è stato rivelato che quella strana pettinatura irrigidita dalla lacca è il risultato di un intervento chirurgico negli anni Ottanta. Ne hanno parlato sia Ivana, la prima moglie, sia la figlia Ivanka, come ha riferito il giornalista Michael Wolff nel libro Fire and Fury. Si trattò di un intervento di scalp reduction, che consiste nel riaggiustare chirurgicamente il cuoio capelluto.
In genere Trump si difende dal vento indossando i cappellini con la scritta MAGA (Make America Great Again) il suo slogan elettorale. Ma è stato criticato perché nei momenti formali quei cappellini stonano. E così li evita quando deve salire sull’aereo presidenziale, con tanto di Marines sull’attenti al suo fianco. Trump ha rinunciato anche ad altre abitudini che lo hanno messo in imbarazzo. Per esempio ora evita di giocare a tennis dove i paparazzi possano di nuovo acchiapparlo in quei pantaloncini bianchi che mettono in evidenza la rotondità dei suoi fianchi. Insomma, l’aspetto formale, il cerimoniale, la pomp and circumstance, sono per lui estremamente importanti, tant’è che non ha mai perdonato gli americani di aver disertato la festa dell’insediamento, il momento più alto di una presidenza.
Difatti, quasi a volersi rifare della scarsa partecipazione di quel gennaio, adesso vuole che il Pentagono gli organizzi una parata militare, completa di carri armati, jet in volo, formazioni in marcia. L’idea sarebbe di imitare la manifestazione del 14 luglio in Francia, che lui stesso ha visto l’anno scorso. Ma i soliti cattivoni su twitter pensano che nella sua mente giochi anche il ricordo delle parate sulla Piazza Rossa, con Putin impettito sugli spalti.