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 2018  febbraio 08 Giovedì calendario

La pasionaria Nahles prima donna leader Spd

Berlino Quando le hanno chiesto cosa sapesse fare meglio di Martin Schulz, Andrea Nahles ha risposto «la maglia». Sono domande che gli uomini si sentono rivolgere raramente, quando succedono ad altri uomini. Ma se è una donna a prendere le redini della Spd, per la prima volta nella storia, deve contare realisticamente su picchi di acume di questo tipo. Ieri sera Schulz le ha ceduto lo scettro un tantino malandato di un partito scivolato negli ultimi sondaggi al 17% con una frase seriosa che fa altrettanto sorridere: «Più che mai il partito deve essere guidato da una donna». Chissà se aveva in testa la famosa storiella che si raccontava dopo lo scoppiare della Grande crisi: «Se si fossero chiamate Lehman Sisters e non Lehman Brothers, magari non sarebbero fallite».
Da tempo i giornali, Bild in testa, amano chiamarla il vero ‘Kerl’, il vero ‘ uomo’ del partito, sempre per questa idea molto innovativa che una donna non sarebbe in grado di fare quello che ha fatto Nahles. Classe 1970, è stata la ministra del Lavoro che ha introdotto il salario minimo e ai tavoli delle trattative si è conquistata la nomea di abile negoziatrice. Figlia di un muratore, cresciuta nella Renania-Palatinato, Nahles ama motivare la sua battaglia – vinta – per la pensione a 63 con la schiena e le ginocchia rotte del padre e una volta ha aggiunto che «quando sento quegli scureggioni di professori blaterare di pensione a 70, divento una bestia». Ma come dimostra questo esempio, a volte tende a strafare. Leggendaria la frase: «Li prenderemo a pugni sul muso» a proposito dell’ambizione di fare un’opposizione non conciliante. O quando, stonatissima, cantò Pippi Calzelunghe nel Bundestag. Nahles ha un umorismo tutto suo, diciamo.
Negli ultimi tempi, la sua popolarità è cresciuta dopo l’intervento al congresso di Bonn, dove ha fatto la relazione che avrebbe dovuto fare Schulz. «Sono in questo partito perché vedo qualcosa di grande nelle cose piccole», «tratteremo fino a far scricchiolare l’altra parte» e frasi del genere sono rimaste impresse a tutti. La sua strada verso la candidatura alla cancelleria nel 2021, nel doppio ruolo di capogruppo in un Bundestag che si annuncia vivace e leader Spd, è appena cominciata. Nel giornalino della maturità le chiesero cosa volesse fare da grande. Rispose «la casalinga o la cancelliera».