Il Messaggero, 7 febbraio 2018
Scovato l’hacker che ha violato la piattaforma Rousseau del M5s. Studia matematica, non fa politica
Ha 26 anni, studia matematica all’università di Padova e con i partiti, assicura, non ha nulla a che spartire. «L’ho fatto per testare la vulnerabilità, non avevo fini o motivazioni politiche», ha spiegato agli investigatori Luigi Gubello, l’hacker che lo scorso 2 agosto ha sferrato un attacco informatico alla piattaforma Rousseau del M5s. Ora è stato identificato ed è indagato dalla Procura di Milano per accesso abusivo a sistema informatico. SEQUESTRI
Gli investigatori hanno perquisito la casa in cui abita con i genitori, hanno sequestrato i computer e il telefono e proprio da uno dei pc è arrivata la prima conferma: l’accesso alla piattaforma del Movimento. Uno solo, cinque mesi fa. «Questa pagina non è un attacco politico. È stata pubblicata solo con l’intento di rendere trasparente e semplice una questione importante: i dati personali di molte persone erano ottenibili a causa di una vulnerabilità presente nel sito. È quindi corretto che le persone vengano a saperlo, essendo quei dati i loro», scriveva on line Luigi Gubello subito dopo aver violato il sistema. L’hacker che si firmava Evariste Galois, matematico francese dell’Ottocento, ha forzato la «parte tecnica» della piattaforma Rousseau, ma non avrebbe acquisito o estrapolato dati o informazioni sensibili. «È un ragazzo di buona famiglia, non ha precedenti e non è un attivista politico», è il ritratto degli inquirenti che lo ascolteranno dopo aver esaminato ciò che contengono i suoi computer e il telefono. Dati preziosi per approfondire i contatti con altri hacker, dato che Gubello fa parte di una comunità di esperti che compie queste genere di azioni. Tra questi c’è un altro hacker, «Rogue0», che ha violato il sistema con intenti ben diversi rispetto a Evariste, su cui stanno indagando sempre i pm milanesi. Sosteneva di aver piazzato archivi di dati carpiti nella piattaforma: «Li ho venduti sul deep web e altri forum che non posso nominare». Questo pirata informatico non è stato ancora trovato. Dal mondo degli hacker buoni, quelli che di professione testano i sistemi per segnalare in buona fede le falle, si è mobilitata un’ondata di solidarietà a favore di Evariste. Tra i firmatari di una petizione che salva «Evariste Galois perché ha agito in maniera etica e responsabile» c’è Stefano Zanero, docente del Politecnico di Milano di Sicurezza Informatica e anche lui hacker etico che si offre pro bono come consulente tecnico di parte per Evariste. I firmatari ritengono che il comportamento del M5S «sia assolutamente irresponsabile e persecutorio, poiché anziché ringraziare pubblicamente Evariste (come fanno grandi aziende come Facebook e Google quando gli vengono segnalati problemi di sicurezza) lo hanno denunciato». Davide Casaleggio, è lui che ha sporto denuncia, bolla come criminali tutti gli informatici che entrano abusivamente in un sistema. Non solo, dopo aver ringraziato la polizia postale dice che «chi ha voluto colpire Rousseau lo ha fatto per scopi politici», e poi: «Ora vengano individuati al più presto anche i mandanti e gli eventuali finanziatori delle operazioni criminali contro Rousseau, il M5S e i suoi iscritti». E anche Luigi Di Maio si aspetta che l’indagine scopra i «mandanti politici» dell’attacco. Guardando in casa Pd dove pure sono passati gli hacker, i Cinquestelle solidarizzano ma auspicano anche «che il Garante della privacy faccia tutti gli accertamenti del caso su come sono stati archiviati i dati degli iscritti Pd, come hanno fatto con grande professionalità con noi».