Corriere della Sera, 7 febbraio 2018
Ai Giochi invernali si arriva dal mare. Con la nave del Nord musica e polemiche
PYEONGCHANG Come si arriva alle Olimpiadi invernali? In nave naturalmente. Almeno se si fa parte della rappresentativa nordcoreana. Tra le non poche stranezze dettate dalla politica per questi Giochi in Corea del Sud c’è il viaggio tortuoso, via mare, dell’orchestra Samjiyon, 140 musiciste e cantanti inviate in segno di dialogo da Kim Jong-un: partenza in treno da Pyongyang, tappa a Wonsan, porto nordcoreano noto perché dalle sua vicinanze vengono lanciati missili, e approdo a Mukho, sulla costa orientale sudcoreana, un’ora circa da Pyeongchang sede olimpica.
L’allegra comitiva nordista è approdata ieri pomeriggio ma non è ancora sbarcata. Sono rimasti a bordo della loro nave «Mangyongbong-92» mentre sulle banchine del porto centinaia di sudcoreani manifestavano contro quello che ormai è noto come «Il sequestro dei Giochi da parte di Kim». Molta gente di qui è infuriata perché l’accordo sulla sfilata congiunta di nordcoreani e sudcoreani impone l’uso di un vessillo della pace e impedisce che in cima al corteo svetti la bandiera nazionale del Sud. «Sono diventati i Giochi di Pyongyang, non quelli di Pyeongchang», ci dice amareggiato un ragazzo dell’organizzazione locale. Si sono preparati anni per questa festa mondiale e ora sentono che una decisione politica del loro presidente Moon Jae-in (pur nobile e coraggiosa nell’intento) gliel’ha scippata. I dimostranti hanno bruciato bandiere nordiste e gigantografie di Kim.
L’arrivo dell’orchestra via mare ha creato polemiche anche perché le sanzioni vieterebbero alle navi del Nord di entrare in un porto del Sud. La decisione fu presa da Seul nel 2010, dopo che una sua unità militare era stata silurata dai nordisti.
A Pyongyang le artiste in partenza sono state salutate da Kim Yo-jong, la sorella più giovane di Kim Jong-un, dirigente del Dipartimento propaganda e agitazione. Il gruppo ha sfilato in fila per due: tutte eleganti in cappotto rosso con collo e risvolti delle maniche di pelliccia, cappello di pelo scuro, trolley rosso come il soprabito. Un’esibizione di stile preparata dall’abile signora Kim, che cura l’immagine del regime. L’orchestra Samjiyon è guidata nella trasferta da Hyun Song-wol, leader della banda stalinista-pop delle Moranbong, signora piuttosto attraente che si dice sia molto vicina al Maresciallo Kim.
Ha una storia anche la nave «Mangyongbong-92» che ha portato i nordisti al Sud. Fu donata nel 1992 per il suo 80° compleanno al Presidente Eterno Kim Il Sung dalla comunità nordcoreana trapiantata in Giappone. Ha cabine di diverse classi, compresa una suite che è stata utilizzata dalla dinastia Kim. Tra le comodità ci sono una sala karaoke, un ristorante e uno spaccio che vende gelati. Servirà da hotel galleggiante per il gruppo nordista che allieterà i sudcoreani con alcuni concerti: si attende un successo strepitoso perché già 150 mila persone hanno chiesto in un solo giorno il biglietto.
Qualche polemica anche per gli approvvigionamenti. Il Ministero per l’Unificazione di Seul dice che il governo probabilmente fornirà i viveri, il combustibile e l’elettricità alla nave all’ancora: sarebbe un’altra infrazione alle sanzioni. Si dice che i sudcoreani staranno attenti a non dare ai nordisti prodotti alimentari americani.
Il resto della comitiva nordista arriva oggi via terra: sono 229 majorettes, 26 atleti di taekwondo, un po’ fuori contesto per i Giochi della neve e 21 giornalisti fortemente sospettati di essere agenti dei servizi di sicurezza (più o meno spie). Le majorettes però sono note per la loro avvenenza, al Sud le hanno ribattezzate «Armata delle belle». C’è un po’ di delusione perché saranno alloggiate in un albergo sperduto, a distanza di sicurezza dal pubblico. Le vedremo esibirsi in tribuna per le partite di hockey della nazionale femminile unificata.