La Gazzetta dello Sport, 6 febbraio 2018
I diritti della Serie A alla spagnola Mediapro per 1.050 milioni. Ecco cosa cambierà
Siamo alle porte di una rivoluzione per il calcio italiano. Il gruppo spagnolo Mediapro si è aggiudicato i diritti tv domestici della Serie A per il triennio 2018-21 facendo saltare il banco: offerta da un miliardo e 50 milioni annui più 1000 euro simboliche, giusto a superare la base d’asta e a rendere automatica l’accettazione da parte della Lega. Entro 45 giorni è atteso l’ok dell’Antitrust, poi l’assegnazione diventerà esecutiva e il licenziatario avrà due settimane di tempo per fornire le garanzie bancarie richieste (per ora ci sono le lettere d’impegno della capogruppo Imagina). I club di A e Infront festeggiano, e tirano un sospiro di sollievo. A un certo punto ci si era infilati in un vicolo cieco.
ESCALATION Dopo aver incassato 946 milioni a stagione nel 2015-18, la Lega aveva visto evaporare l’asta di giugno (493 i milioni delle offerte combinate) e quella di due settimane fa (762). Le trattative private con Sky e Mediaset avevano portato a un rialzo insoddisfacente (830), così si era deciso di aprire la busta dell’intermediario indipendente Mediapro: 950 milioni più le royalties legate a un ipotetico canale tematico. Al termine delle negoziazioni, ieri gli spagnoli hanno rilanciato fino a 1050 secchi. Il progetto del canale, facente parte di una seconda busta, è stato accantonato dall’assemblea di Lega, sia perché si sarebbe andati fuori dai confini del bando sia perché i 1050 milioni (più 1000 euro) della prima busta bastavano e avanzavano. Così Mediapro si è aggiudicato i diritti per la trasmissione a pagamento delle 380 partite del campionato nelle vesti di intermediario. Ed ora comincia tutta un’altra partita. Mediapro, infatti, non agisce come broadcaster ma ha la facoltà di rivendere quei diritti ai diversi distributori operanti sul territorio italiano. Può darsi che, alla fine, per i tifosi non cambi nulla. Chi è abbonato alle pay tv già esistenti potrebbe continuare a vedere lì le partite, a patto che i rispettivi operatori stringano gli accordi con Mediapro. Quel che sicuramente cambia è il business dei diritti televisivi del calcio in Italia, cioè la leva che muove tutto il sistema pallonaro e che incide in maniera determinante nell’industria dei media.
RAPPORTI Con Mediapro titolare delle licenze è chiaro che Sky si troverà a perdere la sua posizione di indiscussa leadership. Potrà continuare a essere l’editore del calcio ma d’ora in poi dovrà fare i conti con un soggetto (terzo rispetto a Lega e Infront) per la gestione dei diritti. Dal canto suo, Mediapro approda in Italia senza propositi belligeranti. Ma tratterà con tutti indistintamente. «Per noi la cosa più importante è il tifoso – spiegano i fondatori di Mediapro, Taxto Benet e Jaume Roures -. Noi vogliamo dare a chi si abbona tutte le possibilità di vedere tutta la Serie A. Si vedrà su tutte le piattaforme possibili, in tutte le forme di distribuzione possibili». E aggiungono: «Pensiamo che la Serie A abbia un grande futuro, vogliamo fare un bel lavoro assieme alla Lega e agli operatori. Tenteremo di convincere tutti che sia importante dare la stessa immagine a tutto il torneo, e che noi abbiamo una grande capacità di produzione. Il marchio Serie A deve essere identificabile, come quando si guarda una partita di Premier e si capisce subito di che campionato si tratta». Il pallino di Mediapro, in effetti, è un altro. Avrebbe voluto creare un canale tematico, con le gare di A e B e un palinsesto attivo 7 giorni su 7, da dare in affitto alle diverse piattaforme. La Lega, però, ha congelato il progetto, che avrebbe innescato effetti imprevedibili, con Sky pronta a cause legali: verrà ritirato fuori in futuro, o chissà tra qualche settimana se – caso remoto – l’Authority non dovesse approvare l’assegnazione. «Siamo convinti – dicono gli spagnoli – che la nostra proposta del canale crei più valore alla Lega e ai club, e crei un prodotto migliore per l’abbonato. Se non si sviluppa, da domani comunque lavoriamo sul progetto previsto dal bando».
SOLDI A ogni modo, la Lega vede adesso materializzarsi un traguardo che appariva insperato. I 1050 milioni di Mediapro vanno ad aggiungersi ai 371 di Img per i diritti esteri: siamo a quota 1421 milioni annui dai diritti tv (+26% sul ciclo precedente) e devono essere ancora venduti i diritti di Coppa Italia e Supercoppa (alcune decine di milioni), degli highlights e di altri pacchetti minori, con la prospettiva di tendere verso il miliardo e mezzo. È stata superata la Bundesliga (1,4 miliardi) e ci si è avvicinati alla Liga (1,636 miliardi) che però, come l’irraggiungibile Premier (3,25), deve ora commercializzare i diritti del post-2019. «Un risultato straordinario, è stato fatto un lavoro molto importante con Infront, il d.g. Brunelli e lo staff della Lega», chiosa il vice commissario Paolo Nicoletti.