Corriere della Sera, 6 febbraio 2018
Meglio sole
Cercano una commessa in un centro commerciale, a Ragusa. La vogliono donna, perché più accogliente. E la vogliono giovane, perché più attraente. Poi la vogliono ragusana – «astenersi paesi limitrofi» – e non per razzismo verso il contado, ma per comodità logistica: dev’essere vicina e sempre pronta all’uso. Infatti la vogliono single – «né sposata, né convivente», precisa l’annuncio – perché le donne libere sono più flessibili di quelle impegnate. Hanno meno distrazioni esistenziali e meno pretese economiche. Essendo sole, si accontentano di riempire i buchi dello stomaco con i surgelati e le voragini della vita con il lavoro.
Mi sembra di ricordare, ma forse me lo sono sognato, che i contratti non prevedono alcun riferimento allo stato civile. Prospettano orari e turni. E i lavoratori che li accettano sono tenuti a rispettarli, siano essi single o sposati con figli. Ma se l’offerta si restringe ai cuori solitari e fra un po’ agli orfani, è perché dai nuovi assunti si pretende una disponibilità che va oltre le regole. Come se chi procura agli altri questo bene sempre più raro, il lavoro, acquisisse la proprietà delle loro vite. Una concezione dei rapporti umani talmente reazionaria che i reazionari del passato l’avrebbero trovata troppo reazionaria. La risposta migliore è la battuta che ho appena letto su un sito: «Conosco una commessa single con tre fratelli pugili. La assumi lo stesso?».