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 2018  febbraio 05 Lunedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - ERDOGANI A ROMAScontri tra manifestanti e polizia al sit-in di protesta contro la visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan a Roma

APPUNTI PER GAZZETTA - ERDOGANI A ROMA

Scontri tra manifestanti e polizia al sit-in di protesta contro la visita del presidente turco Recep Tayyip Erdogan a Roma. Al termine della manifestazione un gruppo di partecipanti, dietro allo striscione ’Erdogan boia’, ha cercato di partire con un corteo non autorizzato verso San Pietro. La polizia, in tenuta antisommossa, li ha caricati. Un manifestante è rimasto ferito. I partecipanti intonano cori "vergogna, vergogna" e chiedono di fare un corteo. Il manifestante ferito è riverso in terra e ha il volto insanguinato. Due persone sono state fermate

REPUBBLICA.IT
Sono stati liberati i manifestanti anti Erdogan rimasti bloccati per ore nel piazzale antistante i giardini di Castel S’Angelo. Il cordone delle forze dell’ordine antisommossa di una delle uscite dal piazzale (quella in direzione della Corte di Cassazione) si è aperto lasciando passare i manifestanti (senza identificazione dei documenti) che dopo aver fischiato e gridato per festeggiare hanno subito ricominciato a cantare "Assassino Erdogan" e "Siamo tutti Ocalan". Erano stati circondati e bloccate da questa mattina nel piazzale antistante ai giardini di Castel Sant’Angelo, dove fino alle 14 si teneva un presidio della rete Kurdistan Italia . La tensione era salita quando i manifestanti hanno chiesto di uscire dai giardini senza mostrare i documenti per essere identificati. "Vergogna, ci tenete in ostaggio", hanno urlato contro la polizia mentre alcuni simpatizzanti hanno lanciato bottigliette d’acqua, pacchetti di patatine e panini.
Erdogan a Roma, proteste e scontri al sit in. Ferito un manifestante Navigazione per la galleria fotografica 1 di 17 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow Visto il tentativo di partire in corteo in direzione del Vaticano (dove Erdogan era questa mattina) il presidio autorizzato è diventato per la questura un corteo non autorizzato e per questo i manifestanti sono stati circondati dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa e bloccati nel piazzale, le uscite sono tutte presidiate dai blindati e dalla celere,  che non li fanno uscire se non previa identificazione video anche del documento di identità.  Stamani i manifestanti sono stati caricati dalla polizia, una persona è rimasta ferita. I partecipanti hanno continuato a intonare cori "vergogna, vergogna" e chiesto il corteo. Il manifestante ferito è riverso in terra e ha il volto insanguinato. Il sit in era stato promosso dalla rete Kurdistan Italia e avevano aderito, tra gli altri Articolo 21, Rete No Bavaglio, Fnsi, Reporter senza frontiere, e altre organizzazioni per la libertà di informazione.

In piazza nel pomeriggio è arrivato anche il senatore Corradino Mineo. Per adesso nessuno può uscire e i manifestanti continuano a cantare "Assassino Erdogan". La situazione si sbloccherà probabilmente quando il presidente turco si allontanerà dal centro della città. Ad assistere alla scena, e in alcuni casi anche solidarizzando, alcune persone che stanno pattinando sulla pista di ghiaccio allestita proprio sul piazzale .

repubblica.it
CITTA’ DEL VATICANO - E’ durato oltre 50 minuti l’incontro tra Papa Francesco e Recep Tayyip Erdogan. Il presidente turco era accompagnato dalla moglie e da un seguito di circa 20 persone, tra cui 5 ministri (Esteri, Energia, Relazioni con l’Europa, Economia e Difesa) per la prima visita di un capo di stato di Ankara in Vaticano da 59 anni: un incontro di mezz’ora a cui segue il ’faccia a faccia’ con il Segretario di Stato e poi una vista all’intera della Basilica di San Pietro. Presente anche la figlia di Erdogan, Esra (moglie del ministro dell’Energia). Tra i doni offerti dal Papa, un medaglione raffigurante un angelo. "Questo è l’angelo della pace che strangola il demone della guerra", ha detto. "E’ il simbolo di un mondo basato sulla pace e sulla giustizia".

Il pontefice, oltre al medaglione con l’angelo della pace, ha donato ad Erdogan un’acquaforte con il disegno della basilica di San Pietro così come era nel 1600, una copia dell’Enciclica "Laudato sì" e il suo Messaggio per la Giornata della pace di quest’anno. Erdogan ha donato invece al Papa un grande quadro di ceramica con il panorama di Istanbul e un cofanetto di libri del teologo musulmano Mevlana Rumi. Alla fine dell’incontro, dopo l’uscita della delegazione, Papa Francesco ha accompagnato Erdogan e la moglie Emine verso la porta, i quali lo hanno salutato con un piccolo inchino e la mano sul cuore. Durante i saluti di commiato, rispondendo al Papa e al suo invito di pregare per lui, Erdogan ha affermato "Anche noi aspettiamo una preghiera da Lei".

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, è arrivato in Vaticano poco prima delle 10. Al centro del dialogo tra il pontefice e il capo dello Stato turco c’è stata la questione di Gerusalemme, riconosciuta capitale d’Israele dall’amministrazione Trump tra le proteste delle capitali mediorientali. Il Pontefice e il presidente turco hanno affrontato la crisi del Medio Oriente, "evidenziando - spiega una nota vaticana - il bisogno di promuivere la pace e la stabilità nella regione attraverso il dialogo e il negoziato, nel rispetto dei diritti dell’Uomo e del diritto internazionale". La nota della Sala Stampa vaticana aggiunge che altri temi sono stati le "relazioni bilaterali tra la Santa Sede e la Turchia e si è parlato della situazione del Paese, della condizione della Comunità cattolica, dell’impegno di accoglienza dei numerosi profughi e delle sfide ad esso collegate".

In visita di Stato a Roma, Erdogan in mattinata ha incontrato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con cui si intrattenuto a colazione, ha spiegato una nota del Quirinale, "presente il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano". Un colloquio dal tono "rispettoso e franco", si apprende, sui principali temi in agenda: la situazione della Siria e della Libia, la questione del rispetto dei diritti umani. Temi per i quali il Capo dello Stato ha ribadito le posizioni dell’Italia e dell’Unione europea, riscontrando la difesa dei propri punti di vista da parte di Erdogan in materia di Siria e di diritti umani. Vicinanza è stata invece registrata sull’approccio alle vicende legate alla Libia. Quanto ai rapporti bilaterali, sono buoni e rimane fermo l’interesse dell’Italia che il dialogo con Ankara prosegua.

Nel pomeriggio il faccia a faccia tra il presidente turco e il premier Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi, dove Erdogan è attraversando un centro storico letteralmente blindato dalle forze di sicurezza. Gentiloni ha accolto l’ospite e lo ha introdotto nella sede del governo, il picchetto d’onore schierato nel cortile interno, presenti, oltre ad Alfano anche i ministri della Difesa e dello Sviluppo economico, Roberta Pinotti e Carlo Calenda. Erdogan ha lasciato Palazzo Chigi dopo un’ora e mezza di colloquio con Gentiloni. Erdogan a Roma, proteste e scontri al sit in. Ferito un manifestante Navigazione per la galleria fotografica 1 di 17 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow Intanto ci sono stati scontri tra manifestanti e polizia al sit-in di protesta contro la visita di Erdogan a Roma. Una manifestazione di protesta contro Erdogan nei giardini di Castel Sant’Angelo da parte della comunità curda residente in Italia dopo l’offensiva dell’esercito turco ad Afrin, nel nord della Siria, che ha scatenato molte proteste nel mondo. Tra gli striscioni esposti "Stato turco assassino", "Boia Erdogan! Giù le mani dal Kurdistan", "Erdogan = Turchia autostrada per i terroristi".

Il sit-in è stato indetto dalla Rete Kurdistan Italia. Al termine della manifestazione un gruppo di partecipanti, dietro allo striscione "Erdogan boia", ha cercato di partire con un corteo non autorizzato verso San Pietro. La polizia, in tenuta antisommossa, li ha caricati. Il bilancio è di una persona ferita, due fermati e 18 identificati tra i manifestanti per l’"aggressione violenta alle forze dell’ordine".

Presidio stamane anche a Venezia, davanti alla Basilica di San Marco, e a Napoli, dove alcuni attivisti del comitato ’Napoli per Afrin’ hanno occupato simbolicamente la sede della Camera di Commercio esponendo su uno dei balconi della facciata uno striscione di protesta per la visita del presidente turco a Roma. Oltre alle scritte ’Erdogan no welcome’ e ’Stop bombing Afrin’ i manifestanti hanno sventolato bandiere con l’immagine del leader curdo Abdullah Ocalan, cittadino onorario di Napoli, detenuto in regime di massima sicurezza nell’isola di Imrali.

Ieri cinque curdi fermati: tentavano di entrare in San Pietro all’Angelus con bandiere curde e striscioni. La Questura: "Iniziative di protesta non autorizzate".

L’appello di Anm e Fnsi
Anm, Fnsi e il Consiglio forense hanno scritto al presidente della Repubblica perché sollevi la questione dei diritti umani con Erdogan. Oggi una delegazione di giornalisti e Articolo 21, Fnsi e Rete No Bavaglio sarà al sit-in a Castel Sant’Angelo.

Intanto, i Paesi Bassi ritirano il proprio ambasciatore in Turchia. "L’Olanda e la Turchia hanno avuto nell’ultimo periodo colloqui a vari livelli. Fino a questo momento, questi colloqui non hanno offerto una prospettiva di normalizzazione delle relazioni bilaterali. Di conseguenza il governo olandese ha deciso di ritirare il proprio ambasciatore ad Ankara, che non ha avuto accesso in Turchia da marzo 2017", quando è scoppiata la crisi per il divieto dei comizi elettorali in Europa di ministri turchi a sostegno del referendum presidenzialista di Recep Tayyip Erdogan. Lo annuncia una nota del ministero degli Esteri dell’Aja.