Il Messaggero, 5 febbraio 2018
Meno nozze tra i giovani per gli under 35. Un calo record del 24% `
ROMA Si sposano di meno, giovani e giovanissimi. E non a guardare le statistiche di un passato lontano, ma gli ultimi cinque anni. Dal 2012 al 2017 gli under 35 sposati in Italia sono calati del 24 per cento. Erano 2,6 milioni un lustro fa e 2 milioni lo scorso anno. Così come risulta dai dati dell’Istat. Il bacino di riferimento è la fascia di popolazione fino ai 34 anni (a partire dai 14) residenti nel Paese al primo gennaio. Al 2012, una platea di 13,6 milioni di persone: a guardare i dati, emerge che un giovane su cinque risultava sposato, pari al 19,1 per cento e che il dato si è abbassato al 15 per cento nel 2017.
IL DATO
Una fotografia che si rispecchia in un’altra statistica Istat, che riguarda l’età media degli italiani al matrimonio. Era di 36,02 anni per gli sposi e di 31,94 per le spose nel 2012, si è elevata a 37,38 per gli uomini e a 33,29 per le donne nel 2016. I celibi avevano un’età media di 33,81 anni nel 2012 e 34,9 nel 2016. Le nubili di 30,79 anni nel 2012 e 31,95 nel 2016. Cosa è cambiato, a guardare in particolare il calo dei fiori d’arancio? Antonio Golini, demografo, già presidente dell’Istat, professore emerito all’Università La Sapienza di Roma, analizza il dato attraverso tre riflessioni. «La prima è che c’è stato un forte crollo delle nascite nel passato che evidentemente si riflette in un calo di giovani e questo calo dei giovani porta con sé un calo dei matrimoni. Quindi, c’è un fatto meccanico», spiega il professore.
Seconda riflessione: «Il dato dei matrimoni può dipendere anche dalla forte crisi del lavoro tra i giovani stessi. Si ritarda il matrimonio nella speranza di un migliore e più positivo futuro lavorativo e questa ripresa del lavoro per i giovani non c’è stata». La terza riflessione riguarda la maggiore libertà di rapporti sentimentali tra i ragazzi, al di fuori del matrimonio e che passa anche attraverso la convivenza. «L’attività sessuale è sempre più frequente fuori dal matrimonio e questo fa sì che il matrimonio non sia più strettamente necessario», sottolinea il professor Golini.
Nel complesso, è forse più naturale che si sia dimezzato il numero di giovanissimi sposi nella fascia fino a vent’anni, ma il calo sfiora il 28 per cento anche tra i 21 e i 30 anni e il 21 per cento nella fascia 31-34. Di contro, crescono i single, passati in cinque anni da 10,9 milioni a 11,2 milioni. In particolare, le ragazze che si sono fatte una vita da sé sono aumentate del 5 per cento. Anche i ragazzi sono in aumento, ma del 3,2 per cento. Al ribasso i divorzi tra gli under 35, che nell’arco degli stessi cinque anni sono diminuiti del 3,4 per cento.
Le generazioni di ragazzi che oggi hanno tra i 15 e i 34 anni, nate tra la fine degli anni Settanta e il 2000 – sottolinea l’Istat nel rapporto Popolazione e famiglia sui giovani, al gennaio 2015, anno al centro del quinquennio preso a riferimento – sono numericamente inferiori a quelle che le hanno precedute. E le previsioni al 2050 – si aggiunge – prospettano un ulteriore declino numerico di questo segmento di popolazione, sia in valore assoluto sia in rapporto alla popolazione anziana. Una dinamica che si associa ad «un’importante posticipazione dei principali eventi» associati al passaggio alla vita adulta. Quindi, l’entrata nel mercato del lavoro l’uscita dalla famiglia di origine, la formazione di un’unione e la nascita dei figli.