il Giornale, 5 febbraio 2018
Forbes sceglie i migliori. C’è un italiano under 30 che ricostruisce sorrisi
New York Stampare in 3D la bocca dei pazienti per una chirurgia su misura, a costi più ridotti. È questa rivoluzione dell’odontoiatria che ha permesso all’italiano Giuseppe Cicero di entrare nell’elenco dei 30 europei sotto i 30 anni più influenti in campo medico e tecnologico. Il 28 enne siciliano è stato inserito nella «Under 30 Europe List» di Forbes, perché considerato uno di quei giovani che «grazie alla ricerca e all’utilizzo di nuove tecnologie stanno partecipando al cambiamento della medicina, non solo attraverso l’introduzione di strumenti hi-tech, ma anche ad un nuovo modo di comunicare con i pazienti». «È un traguardo molto importante per me e il mio team. Non me lo aspettavo, e ne sono orgoglioso», spiega al Giornale il dottor Cicero, che vive tra Roma, Madrid, New York e il Rhode Island.
Dopo la laurea con lode all’Università di Tor Vergata a Roma in Odontoiatria e Protesi Dentaria, Cicero è stato accettato nel programma di Parodontologia post-laurea alla New York University, dove ha frequentato tre anni di Parodontologia e Chirurgia Implantare. Poi, insieme alla collega siciliana Martina Ferracane (anche lei premiata da Forbes), ha creato la startup Oral 3D, la stampante in 3D per la ricostruzione ossea nella cavità orale, che permette di realizzare un vero modellino di bocca e denti. «L’obiettivo è rendere accessibile questa tecnologia, che prima era molto complessa da utilizzare», racconta. Ora invece «con pochissimi clic e in meno di un’ora il medico può avere a disposizione un modello della struttura ossea del paziente, per mostrarglielo e anche per studiarlo, in modo da effettuare delle chirurgie su misura. Il tutto pianificato in anteprima». «È molto importante toccare con mano prima di andare ad operare», aggiunge Cicero. E inoltre, per lui è fondamentale la comunicazione con il paziente: «La motivazione del paziente e la sua consapevolezza su quello che si andrà a fare aumenta di parecchio il tasso di successo dell’operazione, e sicuramente rappresenta un valore aggiunto per lo studio che può integrare questa tecnologia».
Il suo sogno è quello di dare a tutti la possibilità di sottoporsi a cure fino ad oggi economicamente inaccessibili e soprattutto ridare il sorriso a persone che hanno subito traumi derivanti da incidenti o da malformazione genetiche. «La macchina e il software costano quattromila euro, e con meno di 10 centesimi si possono effettuare le stampe», afferma. Tra i suoi prossimi obiettivi c’è anche quello di diffondere sempre più la sua tecnologia nel campo dell’istruzione e portarla nelle scuole, come avviene con i suoi studenti a Madrid, dove ha una cattedra all’Università Europea: «Non si formano solo sui libri, ma sulle bocche dei loro pazienti». E poi, portare avanti la vita tra le due sponde dell’Oceano con «il sogno, piano piano, di tornare in Italia e aprire un centro per la rigenerazione ossea, la stampa 3D e l’implantologia». «In America è più semplice per i giovani, ma devo tanto ad entrambi posti – dice -. Noi italiani siamo formati benissimo dal punto vista didattico, ma ci sono dei limiti. Per esempio qui viene lasciato più spazio agli specializzandi».
«Nei tre anni a New York mi è stata data la possibilità di affrontare casi da solo – continua – e lavorare in un ospedale nel centro di Manhattan con pazienti diversissimi mi ha sicuramente aiutato anche ad affrontare casi molto complessi». «Insomma, finiti questi tre anni qui negli Usa siamo pronti ad affrontare qualsiasi cosa» racconta, ma spera che anche nel nostro Paese in futuro sarà diverso: «Ho l’Italia nel cuore, il mio sogno ad un certo punto è quello di tornare».