la Repubblica, 5 febbraio 2018
Due reti dall’angolo in 3 minuti nel derby noioso è rinato il mito
BOLOGNA Quando il calcio ti sorprende. E non accade spesso. Ma quando accade te lo ricordi per un po’. Ecco: il primo tempo di Bologna-Fiorentina è grigio e noiosetto come il cielo sopra il Dall’Ara. Sbadigli tanti, sussulti pochi, aspetti l’intervallo per berti un the caldo e poi all’improvviso non sai se ridere o piangere. Angolo di Veretout: traiettoria lunga, alta, crudele. Mirante non ci arriva, nessuno ci arriva. Il pallone sbatte sul palo, torna addosso a Mirante e la Fiorentina va in vantaggio. Pallone cattivo, palo senza pietà, portiere umiliato o giù di lì. Ridono i tifosi viola, si disperano quelli del Bologna. Molta sfortuna, un po’ di ingenuità, un mezzo regalo alla Fiorentina e ai cacciatori di emozioni e di rarities. Un bel modo di accendere una partita mediocre. Quella che tre minuti dopo ti racconta un sequel davvero imprevedibile, anche perché, se Mirante ha qualche colpa, Sportiello ne ha molte di più. Lui e tutti i suoi compagni della difesa. Altro angolo, stavolta per la squadra di Donadoni. Calcia Pulgar, e in area trova uno strano vuoto. Nessuno sul palo, ognuno per conto suo, Sportiello è uscito prima del tempo, e non si sa bene per andare dove. Palo tutto solo e porta deserta, il portiere vede che il pallone gli sta girando alle spalle e lo tocca spedendolo nella sua porta. Due gol direttamente dall’angolo, due gol che la storia definisce olimpici, visto che il primo a fare notizia fu segnato da Cesareo Onzari, argentino, in amichevole contro l’Uruguay campione olimpico, il 2 ottobre 1924. La rete dalla bandierina era stata resa regolamentare dalla Fifa quattro mesi prima. Il primo gol al mondiale da calcio d’angolo lo subì Jascin dal colombiano Marcos Coll: Mirante e Sportiello sono in buona compagnia. Anche se, come dice Pioli, «noi abbiamo più colpe perché in area abbiamo sbagliato i movimenti. Il tiro di Veretout invece era più difficile da intercettare per i difensori». Vero. Comunque i tifosi viola più anziani avranno ripensato a Luciano Chiarugi detto cavallo pazzo, ala sfuggente e sinistro da brividi: contro il Torino segnò dalla bandierina. E quello, tra l’altro figlio di un esterno, diventò per lui una specie di marchio di fabbrica, come per lo specialista Palanca a Catanzaro. L’ultimo in A è stato il Papu Gomez, nel 2015, in Atalanta- Carpi. Due nella stessa partita li aveva segnati la vietnamita Nguyen Thi Tuyet Dung contro la Malesia e, prima, il nordirlandese Paul Owens. Due gol di squadre diverse c’erano stati in terza divisione spagnola nel 2013, Cirbonero- Artajonés. Resta da vedere se in questi casi è più fenomeno chi la mette dentro o il portiere che incassa. La Lega per ora assegna l’autogol a Mirante e il gol a Pulgar. Fortuna della Fiorentina, c’è chi fa gol più normali ma decisivi. Si chiama Federico Chiesa, e farà trascorrere ai suoi compagni della difesa una notte serena.